LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Non chiede scusa per la disfatta di Barcellona, preferendo non accodarsi al mea culpa recitato dal diggì Baldissoni. Rudi Garcia preferisce guardare avanti, alla gara di oggi della sua Roma incerottata contro l’Atalanta. «Ho parlato con la squadra, siamo tutti delusi ed arrabbiati perché potevamo fare meglio. I giocatori erano sotto terra dopo la partita, ma siamo dei combattenti. Ora si deve pensare solamente a ripartire con una vittoria». Vittoria da conquistare in un Olimpico di nuovo mezzo vuoto: la curva Sud continuerà in larga parte a restare deserta per la protesta nei confronti della barriera divisoria imposta dal prefetto Gabrielli. Le manovre di riavvicinamento tra le parti, su cui sta lavorando sotto traccia da settimane il club giallorosso, al momento non hanno portato a una riapertura. E poi l’attenzione per le nuove misure anti terrorismo, che renderanno ancora più capillari e numerosi i pre-filtraggi, con la chiusura al traffico delle zone intorno allo stadio, hanno sconsigliato molti sostenitori dall’acquistare il biglietto. I sei gol di Barcellona, poi, appesantiscono ulteriormente l’umore di una tifoseria che spera almeno di poter lottare per lo scudetto fino alla fine.
Torna titolare De Rossi, mancato molto agli equilibri e alla personalità di un gruppo ancora immaturo. Oggi Daniele riprenderà per mano i compagni, con Nainggolan e Pjanic. «Ma la squadra ha personalità - si difende Garcia - perché nelle difficoltà ha sempre dimostrato di saper reagire. Sfido ognuno di voi a trovare una gara, prima del Barcellona, in cui non si è vista. Ci servirebbe più continuità, semmai, ma è falso dire che siamo entrati al Camp Nou già battuti. Sapevamo che la gara decisiva sarebbe stata col Bate Borisov e che la cosa importante era non prendere un giallo o farsi male ».