IL TEMPO (A. AUSTINI) - Rassegnati in partenza. Garcia e i giocatori della Roma sapevano tutto prima di scendere in campo. E il risultato di Borisov, invece di motivarli, li ha fatti sentire ancor più «legittimati» ad assistere inermi alla passeggiata del Barcellona. Così è stato: annientati già nel primo tempo, incapaci di opporre resistenza e limitare i danni anche nella ripresa. Un'altra mazzata dura da digerire, la terza in Champions dopo le batoste di Manchester e in casa col Bayern Monaco, con una differenza sostanziale a parte il gol in meno incassato: stavolta non è stato un fulmine a ciel sereno. Il tecnico ci è già passato l'anno scorso nella sfida contro Guardiola ma dice convinto: «Non c'è paragone. Quella volta eravamo in casa e pensavamo di potercela giocare alla pari, stasera abbiamo incontrato un'armata invincibile che in questo momento vive sulle nuvole».
Rudi, piuttosto, guarda il bicchiere mezzo pieno di una serata paradossalmente positiva per la classifica. «La buona notizia è arrivata da Borisov prima della nostra partita e ora abbiamo il destino nei nostri piedi. È vero, abbiamo preso tanti gol, ma non cambia nulla: vogliamo andare agli ottavi». La Roma vista ieri sera (e non solo) non merita di entrare tra le migliori 16 d'Europa, ha la peggiore difesa della Champions League, ma Garcia prova a difenderla, dando tutti i meriti all'avversario. «Ci voleva il miracolo per batterli. Una squadra che ha vinto 4-0 a Madrid è stratosferica, adesso loro sono "ingiocabili". Hanno fatto dei grandi gol, sono dei campioni, è chiaro che non ci piace il risultato però non sono affatto preoccupato perché tanti altri ne avrebbero presi sei. Siamo venuti qui con umiltà, abbiamo provato a pressare alto nei primi minuti e potevamo anche segnare l'1-0 con Dzeko ma non sarebbe cambiato nulla, avremmo perso comunque perché non siamo ancora al loro livello. Inutile parlare delle assenze, finiva così chiunque avesse giocato». Il francese è convinto di non avere «nulla da rimproverare ai miei a parte il fatto che potevamo segnare 2-3 gol e gestire meglio la palla. Ma vincere era davvero impossibile. Questo risultato dà ancora più valore al pareggio dell'andata. Finché sei sotto 1-0 va bene, quando ne prendi due subito diventa problematico. Messi rincorreva i nostri attaccanti? Facile farlo sul 5-0 e non quando perdi».
E adesso come si riparte? Il rischio del contraccolpo psicologico è forte, come accadde l'anno scorso dopo i sette schiaffi presi dal Bayern. Gli stessi giocatori ammisero di aver perso autostima in quei terribili 90 minuti, la lezione del Camp Nou può avere ripercussioni su un campionato che costringe la Roma a rincorrere tre squadre. «C'è l'amarezza di aver perso così - analizza Rudi - ma non ci sarà una caduta psicologica. Adesso bisogna solo pensare a vincere contro l'Atalanta e poi contro il Bate Borisov. Ho potuto risparmiare De Rossi e Nainggolan che erano diffidati, ho risparmiato qualche minuto a Florenzi e Pjanic: almeno ci sono un po' di cose positive in questa serata». Contento lui.