IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La difesa della Roma non è da grande squadra. E’ la peggiore delle prime 5 in classifica. Vanno meglio anche quella della Juve sesta e addirittura del Chievo undicesimo. I numeri sono inequivocabili, anche perché non si fermano solo al comportamento in campionato: 25 gol presi in 17 partite stagionali (media di 1,47 a gara). In questo torneo ne ha già subiti 15 in 13 match (media di 1,15), come l’Atalanta decima e l’Udinese quindicesima. Solo in 2, a Frosinone e nel derby, non ne ha incassati. In Champions il rendimento è inquietante: 10 in 4 sfide (media di 2,5). Se si guardano, insomma, le cifre che stanno accompagnando i giallorossi la tappa di domani sera al Camp Nou fa venire i brividi.
ZONA CHE SCOTTA La Roma, in campionato, ha preso 11 dei 15 gol in area di rigore. Il dato è abbastanza allarmante. Perché coinvolge soprattutto gli interpreti. Che, a quanto pare, non sono prime scelte. Spesso le reti nascono, dunque, da gaffe dei singoli. E per tutti i gusti. Errori che vengono per disattenzione. O per posizioni sbagliate o marcature difettose.
POCA SCELTA Il reparto, contando gli uomini a disposizione di Garcia, è sicuramente incompleto. La linea arretrata pende a destra dove la Roma ha comunque 3 opzioni per il ruolo di terzino: proprio l’adattato Florenzi, però, è anche il più affidabile. Perché su Maicon non è possibile contare per tutte le partite e perché Torosidis vive di alti e bassi. A sinistra c’è solo Digne. In mezzo Manolas e Ruediger. L’unico cambio è Castan che per l’allenatore non è ancora pronto. Ecco perché in alcune gare è stato utilizzato De Rossi. Per Sabatini esistono anche il centrale Gyomber e il fluidificante Emerson. Non per il tecnico che non li ha mai fatti entrare nelle rotazioni. A gennaio sarà obbligatorio intervenire sul mercato. Per sistemare la difesa che, ormai è accertato, non dà garanzie.
ADDESTRAMENTO LIMITATO Non è solo questione di interpreti. La Roma riesce a fare la fase difensiva solo se sta coperta sui lati e anche in mezzo. Se, per capirsi, è prudente. I giocatori, però, faticano nella fase di non possesso palla. In alcuni casi danno l’impressione di non sapere che cosa fare. Manca l’organizzazione di squadra e la conoscenza dei movimenti del singolo.