IL TEMPO (G. GIUBILO) - Per agevolare l’impegno imposto dalla Champions, saranno Roma e Juventus ad aprire le danze di questa ripresa dopo la lunga sosta riservata alle Nazionali. Tardo pomeriggio per i giallorossi a Bologna dove l’arrivo di Donadoni ha ridato ossigeno a una squadra che con Delio Rossi era finita in asfissia.
Prima il derby e poi una ridicola amichevole hanno tarpato le ali alla Roma. Più del fallaccio di Lulic, fa male l’infortunio occorso a Gervinho in Africa, dove gli impegni si moltiplicano, la Coppa ogni due anni, tanto ha dovuto concedere Blatter per assicurarsi i voti del Continente nero, troppo tardi si sta ponendo rimedio al regime di corruzione e clientelismo che ha mandato in bancarotta, morale prima che economica, la Fifa. Rudi Garcia dovrà inventarsi un diverso modulo offensivo, sperando che ritrovi la sua vera dimensione Iturbe, grande promessa non mantenuta. Non è detto che il tecnico francese non pensi ad altre soluzioni, guardando alla trasferta di Barcellona. Neanche convocato Daniele De Rossi, ma ci sarà un importante ritorno a tempo pieno, quello di Keita accanto a Nainggolan e Pjanic. Ma potrebbe dare supporto al reparto anche Florenzi, con Maicon esterno di difesa. Dopo tredici mesi dai disastri di quella sfida con la Juventus, torna ad arbitrare la Roma Rocchi, auspicabile che non avverta pericolose suggestioni, in un senso o in un altro.
In serata, si giocheranno qualche residua chance di avvicinamento al folto gruppo di testa la Juventus e il Milan, ma le ambizioni di scudetto sono ridotte al lumicino. Per le dimensioni del distacco, ma soprattutto perché sono quattro, e tutte di grande qualità, le rivali della primissima fascia. Allegri recupera Gigi Buffon, che festeggia un ventennio agonistico di livello ineguagliabile, ci tiene a celebrarlo nel migliore dei modi. Uno scontro da dentro o fuori, chi vince può tenere in vita qualche flebile speranza, chi perde deve adeguarsi alla mediocrità, che diverrebbe destino comune in caso di inutile pareggio.