LEGGO (F. BALZANI) - Venticinque anni per un giocatore rappresentano spesso un bivio: consacrazione o illusione. Miralem “Mire” Pjanic ha preso la prima via e oggi, al 5° anno di Roma, è diventato a tutti gli effetti Miraleader. Uno di quelli, per dirlo con le parole di De Rossi (a cui ha servito l’assist per il gol nel giorno delle 500 presenze in giallorosso festeggiate con Carlo Verdone), che «bisogna coccolare e tenersi stretti». Perché non è più solo bello e promettente, oggi è qualcosa di più. E ad accorgersene ci sono squadroni come Barça e Real (soprattutto i blancos lo seguono dal vivo da un mese a questa parte). Bello quindi, ma anche decisivo. E non per una partita come accaduto nei suoi primi 4 anni italiani, ma (forse) per un campionato che la Roma è chiamata a vincere per seguire il processo di crescita del bosniaco portato da Baldini nel 2011 quando aveva 20 anni, una discreta esperienza in Champions sulle spalle (6 gol in 22 match col Lione) e la voglia di diventare l’erede di Totti («Ha colpi da campione. Lo chiamo Principino ed è l’unico che mi assomiglia», disse il capitano un anno fa).
Ora a Mire manca solo di essere decisivo in Europa con la maglia giallorossa dopo i 4 gol in 7 partite di campionato (ne mancano solo due per superare il suo record stagionale) e le tre perle su punizione da 20 metri. La prima ha sbloccato il big match con la Juve, la seconda ha allontanato la voglia di rimonta del Carpi, la terza ha salvato la Roma da una brutta figura contro l’Empoli e ha avvicinato Pjanic al record di Pirlo. Dieci “le benedette” del bosniaco (superate le 9 di Lodi), dodici le “maledette” dell’ex juventino negli ultimi 5 anni. Lontano ancora il primato assoluto del suo maestro Juninho autore di 44 gol su punizione ai tempi del Lione. «Pjanic ha ampi margini di miglioramento», disse il brasiliano due anni fa. Oggi forse ha cambiato idea. Non l’ha cambiata, invece, Garcia che due estati fa decise di immolare Benatia per trattenere Pjanic. «Mi incateno a Trigoria se lo vendono», disse il francese. Dopo qualche giorno arrivò il rinnovo da 4 milioni a stagione (bonus compresi). La “minaccia” di Rudi potrebbe tornare d’attualità tra qualche mese anche se il giocatore non ha nessuna intenzione di andare via ora che è arrivato l’amico Dzeko e potrebbe tornare proprio Benatia col quale ha legato tanto fuori dal campo. A lui il tecnico si affiderà per vincere la sua prima gara di Champions in trasferta domani contro il Leverkusen. In undici gare europee con la Roma però Pjanic non ha mai segnato né brillato. Chissà che non sia la volta buona.