La Roma al bivio: chi sbaglia paga

04/10/2015 alle 14:22.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) -  Due uomini sulla stessa barca: ospite di Iachini nel bel mezzo del mare di Sicilia. La sfida del pomeriggio al Barbera conta più per loro due che per la Roma e per il Palermo. Il risultato condizionerà il loro futuro a prescindere da quanto abbiano assicurato, in via più o meno diretta, i rispettivi presidenti Pallotta e Zamparini. Non c'è calma piatta attorno ai due tecnici, 2 sconfitte nelle ultime 2 trasferte per il francese, 3 in 3 gare per il collega dopo i 7 punti raccolti nelle prime 3 partite del torneo. Chi sbaglia, insomma, paga; anche perché la sosta per gli impegni delle nazionali aiuterebbe i club a intervenire come meglio credono. «Ci sentiamo spesso col presidente: da quando sono arri-vato qui, i miei dirigenti mi hanno mostrato il sostegno nei fatti» garantisce Rudi, anche se non sembra così convinto e bisogna ammettere che, depotenziato come è stato alla fine della scorsa stagione, non sbaglia a essere almeno scettico. Se la società è vaga, la piazza no. Lo ha scaricato. «Se si vince tutto è tutto okay, se non ci riusciamo, le cose vanno meno bene. Non sono un giovane allenatore, conosco le regole del gioco, sono motivato e com-battente, il mio sogno di vincere con la Roma è sempre lo stesso. Non ho tempo o energie da perdere per occuparmi di altre cose oltre il campo. Parla sempre e solo quello». Purtroppo è così.

POSIZIONE IN BILICO La Roma si porta dietro a Palermo la sua Grande Tristezza. Ormai nessuno sorride in più, nemmeno quando segna il 300 ° e nessuno lo celebra. Il gruppo è addirittura incapace di festeggiare anche con la sua gente, la società sempre più distante dalla tifoseria, tanto da non essere in grado di ricucire lo strappo con la , e il tecnico è solo e inquieto. Manca la tranquillità e si naviga a vista. sa di essere sotto esame. Anche se gli mancheranno ancora , , e , la proprietà non gli concede alibi: sono già 4 le formazioni sbagliate in 8 partite stagionali. Il francese, però, difende solo il suo metodo e non si capisce come non si renda conto dei gravi errori commessi: «Sono l'allenatore e lavoro ogni giorno per sfruttare le qualità di quelli che erano già qui e dei nuovi. Solo così potremo giocare un calcio di qualità». Nessun rimpianto per essere rimasto alla Roma: «Non sono per niente pentito. Sto bene qui. Voglio vincere titoli qui perché la società lo merita e fa di tutto, a partire dal presidente fino alle persone che lavorano a Trigoria. Tutti diamo il massimo ogni giorno, pure i giocatori fanno di tutto, anche se per il momento a corrente alternata. Appena avrò la possibilità di gestire la potenzialità della rosa al completo potremo fare grandi cose. E' un po' presto per fare i conti». L'orgoglio lo sposta tutto sulle prime due stagioni: «Per finire due volte secondi la squadra può avere solo una mentalità di qualità e continuità. Siamo all'inizio del campionato e puntiamo a crescere. Il mio compito è lavorare sul campo, dare sicurezze sulle scelte durante la partita, spiegare le due fasi, giocare con più moduli, come ab-biamo fatto a Borisov, dove il gruppo ha risposto bene ai cambi tattici. Più della reazione, come abbiamo fatto anche a Verona, dobbiamo iniziare dal fischio di inizio con queste ambizioni, stando sempre dentro la partita». Lo slogan è semplice: «Più continuità, più risultati».

OBIETTIVO PODIO «Siamo in corsa per tutti gli obiettivi, il principale è qualificarci per la . La sconfitta di Borisov va cancellata con un grande risultato a Leverkusen per finire almeno secondi nel girone. E' tutto ancora possibile», avverte . Che, però, non cancella completamente la gara in Bielorussia: «Davanti al video, gli errori non si possono negare: ho detto ai giocatori che cosa pensavo, ci sono state cose buone e altre meno. La squadra c'è, come la condizione atletica che ci ha permesso di fare quel secondo tempo. Dopo una sconfitta del genere, abbiamo una grande voglia di continuare la striscia iniziata contro il Carpi. Puntiamo a vincere, per salire in classifica: siamo a soli quattro punti dal vertice».