LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Bussano alla porta. È la Champions. Martedì e mercoledì 3ª giornata. Italiane alle prese con sentimenti contrapposti. Mercoledì in casa contro il Gladbach, che sta recuperando terreno in Bundesliga grazie al brasiliano Raffael (2 reti nell’1-5 esterno con cui il Borussia ha travolto il Francoforte) ma è a 0 punti in Champions, la Juventus può staccare mezzo biglietto per gli ottavi.
Con 9 potenziali punti in 3 partite è assai difficile che una squadra esperta possa perdersi nelle restanti tre: dipende non solo dalla carica emotiva che il punteggio pieno aggiunge alla qualità del gruppo, ma anche da una banale questione aritmetica. Con quattro punti tra andata e ritono, la Juve escluderebbe di fatto il Gladbach dalla qualificazione. A quel punto le basterebbero quasi certamente due punti fra City e Siviglia.
Animi sospesi e occhi sgranati invece alla Roma. La doppia sfida col Leverkusen (carnefice della Lazio nel preliminare) è cruciale, ma ancora di più lo sarà la partita di martedì alla BayArena: la Roma deve provare a vincere quella senza pensare al ritorno, anzi senza pensare a niente. Parte della sua stagione sarà vincolata a quei 90’ fra Calhanoglu, Bellarabi, Mehmedi e Chicharito. Il Bayer è molto forte in attacco, normale in difesa. Come la Roma. Forse varrà la pena rischiare, aggredirli. Se li lasci fare, quelli ci sanno fare. Lo hanno già dimostrato a Pioli.
Negli altri gironi, partita “accademica” a Parigi, tra Psg e Real, già virtualmente qualificate (a meno di imprevedibili crolli) a scapito di Shakthar e Malmoe, che non sembrano all’altezza. Per smuovere il girone B, tutte a 3 punti, lo United (mercoledì a Mosca contro il Cska) deve sfruttare il doppio scontro con i russi del Doumbia ritrovato. Però le trasferte alla Khimki Arena sono infide. Martedì al Chelsea toccherà mettere in discussione il momentaneo primato della Dinamo Kiev. Con Diego Costa tornato al gol, Mourinho può provarci. Ma i Blues sembrano ancora molto tristi.