GASPORT (M. CECCHINI) - Breve cronaca di un lungo addio. Al netto del feeling sincero che in quindici mesi si è creato tra Antonio Conte e il presidente federale Carlo Tavecchio, le sensazioni che il c.t. decida di restare sulla panchina dell’Italia virano sempre più verso il negativo. Troppo debole la forza della Federcalcio nei confronti dei club – signori e padroni del nostro calcio –; troppo forte il richiamo di una sfida che consenta all’allenatore il desiderato contatto quotidiano con i calciatori. Intendiamoci, i giochi saranno definiti solo a primavera, ma una cosa è certa: le porte della Figc per Conte sono spalancate, anche se sull’architrave ormai possiamo leggervi la scritta virtuale benedetta da Tavecchio: «Servi di tutti, schiavi di nessuno». E così il presidente sottolinea il suo rapporto col c.t. «C’è sintonia piena e rapporto quasi quotidiano. Ci sentiamo minimo due volte alla settimana. Quasi quasi andiamo anche a messa insieme, ma non esiste al mondo ridiscutere con tanto anticipo impegni che cominceranno ad agosto del prossimo anno».
SIRENE STRANIERE Tavecchio sa bene come i veri rivali sono stranieri. «Secondo la mia impressione, Antonio è molto contento di essere in Nazionale. Non abbiamo creato un c.t., ma un responsabile di tutte le Nazionali. Per intenderci, l’Under 21 non andrà all’Europeo e all’Olimpiade, ma abbiamo mantenuto i tecnici che ci ha detto Conte, non abbiamo messo quelli di Tavecchio (e Gigi Di Biagio perciò sa chi deve ringraziare per essere rimasto in panchina, ndr ). Conte è responsabile di sei Nazionali, può intervenire quando vuole, fare quello che vuole. Più di questo che cosa posso fare? Credo che al momento sia il miglior allenatore possibile per la Nazionale anche futura, poi le cose possono cambiare. Certo, le sirene nel calcio esistono, soprattutto quelle internazionali, perché nel calcio italiano chi può sostenere certi oneri?». Considerazione acuta, che ci fa partire proprio da qui, ovvero da due squadre che nella prossima stagione potrebbero cambiare timoniere. In prima fila ci sono Psg e Chelsea. Un anno fa, dopo l’addio alla Juve, i francesi avevano già sondato Conte, ma il contropiede azzurro andò a buon fine. Discorso diverso per gli inglesi. Un recente viaggio del tecnico a Londra, sponda Tottenham, ha rafforzato l’idea della eccellenza rappresentata dalla Premier League, in cui la cultura del lavoro è fortissima. In ogni caso, lo stesso Conte ha dato informalmente dato mandato a dei procuratori di sondare il mercato estero.
ROMA, MILAN & CO. Pur col portafoglio più sgonfio, però, anche i club italiani monitorano il c.t. Logico che tutto questo sia legato all’esito della stagione, ma non è un mistero che il suo profilo piaccia soprattutto a Roma e Milan. Il club giallorosso ha due handicap di base: il lungo contratto con Garcia (2018) e uno staff di preparatori, medici e osservatori che la dirigenza ha imposto al francese e vorrebbe confermare, ma un punto d’incontro è certamente possibile, tant’è che nei mesi scorsi qualche contatto informale c’è già stato. Ieri il c.t. ha aggiunto: «A Roma mi sono sempre trovato bene, anche con la sua gente, ma Garcia deve essere lasciato sereno». Il Milan sarebbe più pronto a dare carta bianca a Conte, anche se come potenzialità al momento sembra dietro alla Roma. Detto che anche il Napoli è alla finestra, di sicuro un allenatore vincente come lui desidererebbe anche un mercato in grande stile. In stile Psg o Chelsea, verrebbe da dire. E si torna all’estero. Il passaporto di Conte, d’altronde, è già pronto da tempo.