«Che orgoglio giocare all’Olimpico»

12/10/2015 alle 13:18.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - «Siamo qui insieme con un campione del mondo e il futuro campione del mondo». Carlo Tavecchio fa confusione, lì vicino a e Candreva. Passi per il futuro campione del mondo, Candreva e/o possono diventarlo (discorso che vale pur chiunque...), ma il campione del mondo, tra loro, chi è? Nessuno. Il romanista e il laziale ascoltano il loro presidente, sorridono sorpresi, si guardano e si chiedono: «Ma perché, tu per caso sei un campione del mondo?». Sorridiamo e andiamo oltre la gaffe, stavolta innocua. «Siamo qui con i vostri idoli». Nostri perché siamo a Roma: idoli dei romanisti e dei laziali, un richiamo alla à perché riempia lo stadio domani sera. «Siamo in Nazionale, siamo amici, la Lazio e la Roma non c’entrano in questo momento», ripetono in coro.

Ma siamo a due passi dall’Olimpico, lo stadio della capitale, dove domani si gioca Italia-Norvegia. Antonio e Alessandro non sono rivali cittadini, anche se giocano nelle due squadre rivali per eccellenza, ma lo sono proprio in nazionale, perché uno è il sostituto dell’altro. Più che rivali, diciamo pure che sono due alternativi per . E domani rappresenteranno Roma in Europa, questo è certo. «La prima mia esperienza con la maglia azzurra all' Olimpico non è andata bene e abbiamo perso con l'Argentina, stavolta speriamo di vincere», ricorda Candreva. «La maglia dell’Italia bisogna averla tatuata sulla pelle, al di là del club che si può avere a cuore. È un grande orgoglio per me e gli altri giocatori nati a Roma giocare una partita così importante qui», ribatte . Che poi si sofferma sui vari ruoli occupati in campo e sull’eventuale crisi d’identità. «Il ruolo non è un problema: terzino, fascia, centrocampista, non faccio fatica. L'importante è avere una propria identità all’interno di ogni ruolo che si è chiamati a ricoprire. Lo faccio in ogni allenamento e penso sia solamente un pregio. La rivalità non è un problema».

CALCIO BALILLA E CENA - Dopo la foto di rito con il responsabile di Save the Children, Candreva e si sono dedicati ai bambini presenti al Village azzurro. E con loro hanno disputato una veloce partita di calcio balilla. Poi, di corsa al parco dei Principi: studio della Norvegia al video, quindi allenamento all’Olimpico. Poi la sera, tutti a cena a via Giulia: dirigenti, tecnici e giocatori per festeggiare la qualificazione ottenuta a Baku