«Asta diritti tv turbata». La Procura indaga su Infront e Bogarelli

11/10/2015 alle 14:52.
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GASPORT (M. IARIA) - Riciclaggio, turbativa d’asta sui diritti tv, Infront, Mr Bee. È in questo intreccio di piste e soggetti che si stanno muovendo i magistrati milanesi, attratti dal grande business che ruota attorno al calcio. Come riportato dal Corriere della Sera, la Procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati Marco Bogarelli, presidente di Infront Italy, con l’ipotesi di turbativa d’asta e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. I fatti si riferiscono al bando per l’assegnazione dei diritti per la trasmissione in diretta della Serie A nel triennio 2015-18, andato in scena più di un anno fa. Un’asta infuocata, con Sky e Mediaset che presentarono offerte anche per la piattaforma concorrente (di Sky quelle più alte in assoluto), con la Lega assistita da Infront contraria ad assegnare i pacchetti A e B alla stessa Sky in base alla regola del «no single buyer» e al fatto che non sarebbe scattata l’offerta di Mediaset per il pacchetto D, con le emittenti pronte a trascinare la contesa in tribunale salvo trovare in extremis un’intesa: dopo l’esito della sublicenza, a Sky tutto il campionato con 132 partite in esclusiva, a Mediaset le partite delle big, alla Lega un incasso di 943 milioni a stagione, cioè 114 milioni in più del ciclo precedente.

ANTITRUST Già l’Antitrust, qualche mese fa, ha aperto un’istruttoria ipotizzando un «patto occulto» tra Sky e Mediaset, distorsivo della concorrenza, col beneplacito di Lega e l’advisor Infront. Le audizioni stanno terminando, poi le conclusioni: scadenza comunque fissata per fine aprile. È probabile che i pm milanesi, la cui inchiesta è stata anticipata due settimane fa da Repubblica, si siano in scia dell’Antitrust. Peraltro, venerdì la Guardia di finanza ha fatto un blitz nella sede della Lega Serie A con un ordine di esibizione di documenti. Il motivo? Infront avrebbe «turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto dei bandi» e «turbato il corretto e imparziale svolgimento delle gare» per «condizionare le modalità di scelta violando i canoni di trasparenza e leale correttezza».

RICICLAGGIO Ma c’è dell’altro. Venerdì è stato arrestato Andrea Baroni, fiscalista accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale di clienti gestiti dalla T&F, società di consulenza di Lugano. Gli inquirenti hanno scoperto che tra i suoi clienti ci sarebbero Bee Taechaubol, il broker thailandese in trattativa per il 48% del Milan (sarebbero escluse connessioni con questa vicenda), e Infront Italy. Secondo l’Ansa, a segnalare Bogarelli a Baroni sarebbe stato il barone Filippo Dollfus de Volkesberg, arrestato a maggio e ora ai domiciliari con l’accusa di aver gestito una «holding del riciclaggio». Domani interrogatorio di garanzia per Baroni.

REAZIONI Sulla vicenda hanno tutti quanti le bocche cucite. Tace Infront, tace la Lega, tacciono i broadcaster. Chi parla è Silvio Berlusconi, patron di Mediaset, secondo il quale la turbativa d’asta non ha fondamento: «Se ci fosse stato un accordo avremmo pagato di meno, e invece c’è stata guerra totale con Sky». Di Infront e diritti tv si occuperà stasera anche Report, nella prima puntata della nuova edizione: appuntamento alle 21.45 su Raitre.