IL MESSAGGERO (B. SACCA') - È intorno a un sorriso che ruota il viaggio romano di Luis Enrique, pronto ad sfidare la sua ex squadra vestendo l’elegante abito di campione d’Europa. Entra da re incompreso nella sala-stampa dello stadio Olimpico, Luis, e sul suo volto affiorano subito un’ombra beffarda e un misto di appagamento, e di spirito di rivalsa, e di soddisfazione. In quella sala, quattro anni fa, doveva replicare alle critiche rivolte a una squadra illogica; ieri, invece, ha assolto a un compito facile e forse noioso: raccontare le proprie impressioni alla vigilia dell’esordio in Champions. Da un eccesso all’altro, si direbbe.
Nel 2011/2012 difendeva il proprio lavoro; nel 2015 eccolo a sbandierare i trionfi, orgoglioso e fiero. «Noi siamo i campioni in carica, e noi saremo la squadra da battere», ha spiegato diretto. È chiaro però che giocare per la prima volta all’Olimpico contro la Roma sarà un’emozione da ginnastica del cuore. Non nominando mai Francesco Totti in mezz’ora di conferenza, Luis Enrique ha comunque evitato di scivolare sul terreno delle polemiche connesse al passato, e ha calato la carta del ricordo. Un bel ricordo, certo, ma ormai molto lontano. In senso stretto e in senso lato. «Torno qui e sento di avere qualche anno in più. È un processo di crescita e formazione per un allenatore. Di Roma mantengo solo ricordi positivi. Fu un campionato difficile, era quello che mi aspettavo, però, vi ripeto, manterrò sempre un ricordo speciale di Roma. Non imputo colpe a nessuno, perché fu una decisione mia. Pensate, non ricordo nemmeno i dettagli, la vita va avanti e non me li ricordo, tanto che mi porto dietro solo il ricordo di un’esperienza positiva. Ma, lo ribadisco, sono contentissimo di tornare a Roma e di affrontare un club che mi ha trattato in maniera meravigliosa e del quale conservo ricordi bellissimi. È la verità. E poi è impossibile che sia rimasto qualcosa delle mie idee qui. Questa è la squadra di Rudi Garcia», ha sussurrato, sereno, alternando l’italiano e il castigliano al catalano.
LEO A 100 Detto che Luis Enrique, a Trigoria, diversi errori li commise, pagando anche (o soprattutto) l’inesperienza, la sfida di stasera non sembra preoccupare in modo eccessivo i blaugrana, che per l’occasione sfoggeranno una maglia tinta di celeste e sfumata di nero ai bordi. «Mi aspetto una Roma più simile a quella vista contro la Juventus: in quella partita, ad agosto, ha dominato i campioni d’Italia. Mi aspetto una Roma capace di pressare, di giocare bene e di tirare spesso in porta», ha aggiunto Luis. Sul versante legato alla formazione, è probabile che il Barça allineerà ter Stegen in porta; Sergi Roberto, Piqué, Mascherano e Jordi Alba in difesa; Busquets, Rakitic e Iniesta al centro del campo; e il trio delle meraviglie formato da Leo Messi, da Suarez e da Neymar in attacco. Autore già di 77 gol europei, Messi festeggerà le 100 presenze in Champions League. Ieri, durante l’allenamento di rifinitura, a ogni suo tocco del pallone, una pioggia di flash sbriciolava il silenzio dell’Olimpico. Da lui soprattutto dipenderà lo spessore della prova blaugrana nella sfida di oggi.