IL TEMPO (A. AUSTINI) - La storia della Roma è piena di sgambetti delle cosiddette «piccole», a volte fatali nella corsa scudetto. La trasferta di oggi pomeriggio a Frosinone rappresenta, sulla carta, un ostacolo basso da superare, per cui serve però la massima attenzione, perché il passato non si riproponga indigesto proprio dopo aver battuto la Juventus nello scontro diretto. In più, c’è il fattore derby da calcolare. Un inedito assoluto, visto che le due formazioni laziali (stracittadina a parte) non si sono mai incontrate in nessuna categoria finora. Basterà un’oretta per arrivare a destinazione, ma nonostante il viaggio breve non si tratta di una gita fuori porta.
Per Garcia «è stato molto facile preparare questa gara, perché al momento è l’unica che conta», ma anche lui si ricorderà com’è andata con il Parma già fallito, per esempio. Guai a sottovalutare l’avversario, allora: «La Roma deve giocare come contro la Juventus, mantenendo ritmi alti». Per tenere alta anche la concentrazione, Rudi ha preferito non sbilanciarsi sulla formazione e ha tenuto tutti sull’attenti: «Per me non c'è una squadra tipo, sono tutti importanti, e, visto che arrivano 7 gare in tre settimane, avrò bisogno di ognuno di loro per ottenere quello che vogliamo, cioè vincere».
Una modifica al modulo, però, è ammessa: «Possiamo cambiare in attacco e a centrocampo. In difesa no, lì non lo facciamo quasi mai. Quelli che stanno con me da due anni sanno che fare usando differenti moduli. È una possibilità, il mio pensiero è dare le soluzioni tattiche ai ragazzi e mantenerli svegli per iniziare la gara. Un'ora e mezza prima della partita dirò chi gioca, così saranno tutti pronti. Totti e Dzeko possono giocare insieme, tutto è possibile. Alla fine, qualsiasi modulo usiamo, la filosofia del nostro gioco resta la stessa». Garcia ha notato dei feeling particolari in campo, sia vecchi sia nuovi, e sta pensando di sfruttarli: «Ci sono giocatori che insieme hanno relazioni molto strette ed efficaci, come è successo tra Totti e Gervinho o tra Digne e Iago Falque. Queste cose un allenatore deve coglierle, poi se giochiamo con 2 punte, oppure con un trequartista e una punta, fa parte delle mie riflessioni e del lavoro fatto in settimana».
I dubbi quest’anno riguardano anche il portiere, perché «non c’è un vero numero uno, Szczesny e De Sanctis sono allo stesso livello ed è un bene che la Roma abbia due portieri così forti». Alla terza giornata, però, cambiare quel che funziona senza una necessità reale sarebbe quantomeno azzardato, perciò il polacco dovrebbe rimanere al suo posto, mentre in mediana qualcosa dovrà cambiare per forza. L’infortunio di Pjanic sposta tanto nella squadra giallorossa, anche se Garcia ha provato a minimizzare: «Non mi piace lamentarmi per chi è assente. Troveremo una soluzione. Sono soddisfatto della rosa che ho. Stavolta saremo noi i favoriti, ma dobbiamo dimostrarci all’altezza di esserlo».
Il Frosinone neopromosso proverà a dare del filo da torcere alla Roma, che inevitabilmente avrà in testa il prossimo e prestigiosissimo match con il Barcellona: «La formazione di Stellone - ha sottolineato Garcia - ha meritato la promozione, ha entusiasmo e lotterà. Noi dovremo giocare al 100% perché solo così possiamo sperare di prendere i tre punti». Giocando come contro la Juventus, a pochi chilometri da casa.