GASPORT (A. CATAPANO) - Echi manzoniani su Tor di Valle: per qualche Don Rodrigo arrabbiato «questo stadio non s’ha da fare, né domani, né mai». Già. Le polemiche ambientali (su un punto, il rischio esondazione del Fosso di Vallerano, già trattato dai proponenti e dal Comune), l’attenzione della Procura di Roma (obbligata, peraltro, da un esposto), le questioni di viabilità (metro B o Roma-Lido?), gli interventi a gamba tesa del neoassessore ai Trasporti Stefano Esposito, tifoso della Tav e della Juve, già autore di pensieri infelici per i romanisti, ieri intervistato non casualmente da Il Messaggero, cui ha detto: «Troppi handicap, il progetto Tor di Valle non è una priorità, non se ne può discutere ora».
AHI AHI In realtà se ne è già discusso: prima la Giunta poi l’Assemblea capitolina hanno decretato l’interesse pubblico dell’opera, e la palla, ormai da qualche mese, è passata alla Regione, che aspetta le ultime modifiche al progetto. Insomma, l’assessore Esposito è andato un po’ fuori dal seminato, tanto da costringere Marino a intervenire da New York: «La verifica del progetto riguardante lo stadio della Roma è ora oggetto della Conferenza dei servizi avviata dalla Regione — ha ricordato il sindaco —: è quello il luogo delle verifiche. Si tratta di un progetto a cui questa amministrazione tiene molto. Aspettiamo con fiducia che si chiuda questa ultima verifica». Marino, poi, ne ha sottolineato l’importanza strategica: «Un’opera capace di mobilitare grandi investimenti internazionali e di essere utile alla città grazie alle opere pubbliche previste». Opere che non sono state (ancora?) appaltate ai Don Rodrigo della città.