IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - La formazione che vedremo mercoledì sera all’Olimpico contro il Barcellona, di sicuro somiglierà di più a quella che ha sconfitto la Juventus che non quella uscita vincitrice dal Matusa di Frosinone. Un’ovvietà, certo. Per stessa ammissione di Rudi Garcia, sabato scorso bisognava vincere, senza stare troppo a guardare il come, e tornare a casa senza acciaccati illustri (e non). E così è stato. Preservato Dzeko, che ha riposato, giocando solo una cinquantina di minuti; stesso discorso per Salah, sceso in campo solo nel finale con il Frosinone e per Nainggolan, dentro dopo dieci minuti della ripresa. Sono questi i punti forti in questo momento, considerando che Szczesny resta il portiere titolare fino a prova contraria (De Sanctis prima o poi ricomparirà in campo, di sicuro non mercoledì). Frosinone è servita pure per testare le condizione fisiche di Ruediger, apparso - inevitabilmente - legnoso e quindi non brillante. Ecco, sarà difficile che Garcia lo riproponga contro Suarez, Messi e Neymar. Meglio di no. Castan? Se non era pronto per sabato, non si può pensare che venga gettato nella mischia in una sfida così delicata e ad alto rischio.
LA SOLUZIONE CENTRALE - Facile pensare alla lussuosa soluzione di scorta: De Rossi al fianco di Manolas, come con la Juve. Il ragionamento che si fa a Trigoria è questo: se ha giocato in un ruolo inusuale in una grande partita, potrà ripetersi in una sfida altrettanto difficile come quella di Champions. Giusto. Il problema è la coperta corta, come al solito. Ovvero: se De Rossi gioca in difesa, non essendoci Pjanic, chi farà il terzo a centrocampo (oltre a Nainggolan e Keita)? E qui nasce il dubbio. Uçan? Difficile. L’organizzatore di gioco è Keita. A Garcia serve un recupera-palloni, perché la partita, da un punto di vista tattico, è di facile lettura: la palla ce l’avrà spesso il Barcellona, quindi lì in mezzo c’è bisogno di un corridore e non una ballerina. Ed ecco che prende corpo l’ipotesi Vainqueur. A meno che - ipotesi secondaria - Garcia non lasci Ruediger dietro e De Rossi in mezzo al campo.
DA EDIN A MANUEL - Davanti sembra tutto scontato. Sembra. Dzeko sarà al suo posto, Salah pure, Iago Falque anche, nel ruolo di equilibratore. Fuori Gervinho, idem Totti, che nel 4-3-3 - con un centravanti di ruolo - riesce difficilmente a trovare posto. Iturbe? E’ in fase di rilancio. Piano piano si sta conquistando posizioni, specie nel ruolo di attaccante centrale, quindi come alternativa a Dzeko (con Totti in campo) oppure come esterno, al posto di Salah o di Gervinho. Dopo Frosinone, l’impressione è che Manuel stia puntando a scavalcare l’ivoriano, anche se non sarà facile. Iturbe lo scorso anno ha segnato, come Gervinho, all’esordio in Champions League e stavolta potrebbero entrambi partire dalla panchina.
MAICON E DINTORNI - Florenzi resta il terzino titolare, con Maicon a scalpitare subito dietro. Il brasiliano è finito in panchina anche a Frosinone. Lo si è visto sbucare in campo solo per regalare un grande abbraccio al piccolo Verde, che lo scorso anno si è allenato con la prima squadra. L’ipotesi Maicon in campo ci sta, perché la partita richiede tecnica e esperienza. In questo momento Florenzi garantisce più corsa rispetto al compagno ex Inter. A meno che Garcia non pensi a una Roma con Florenzi alto e Maicon alle sue spalle. Difficile. Certo, forse non basterà la faccia per marcare Neymar da quella parte.