IL TEMPO (A. AUSTINI) - Ha cambiato, ha rischiato e ha vinto. Guai se fosse successo il contrario: le scelte di Garcia fanno discutere con i tre punti in cassaforte, figuarsi se la Roma avesse fallito a Frosinone. Il risultato è senza dubbio la cosa migliore della trasferta in Ciociaria, perché in campo s'è rivista una squadra lenta, impacciata, a tratti impaurita nonostante di fronte ci fosse un avversario con tanti limiti. Il nuovo modulo con Totti insieme a Dzeko non ha funzionato, Gervinho è rimasto in campo novanta minuti seppure tra i peggiori in campo e la manovra ancora una volta è andata al rallentatore per lunghi tratti. Non una bella prestazione nel complesso, ma Rudi si tiene ovviamente stretto il successo.
«L'importante era vincere - spiega - non avevamo niente da guadagnare oltre i tre punti. Era una partita trappola, ma i ragazzi sono stati bravi a segnare nei minuti finali per due volte: sappiamo che all'inizio e alla fine di un tempo può succedere di tutto. Nella ripresa ci siamo abbassati un po' troppo, non subire gol in trasferta è sempre positivo ma abbiamo segnato tardi. Dobbiamo migliorare». Non c'è dubbio. E la strada giusta non sembra quella intrapresa ieri: il capitano e il bosniaco insieme rischiano di pestarsi i piedi e limitarsi a vicenda, regalando inoltre due uomini agli avversari in fase difensiva. «C'è da lavorare - ammette Garcia - Dzeko è arrivato da poco tempo, aveva giocato due partite con la sua Nazionale e con questo modulo abbiamo bisogno di più automatismi. Quando siamo tornati al 4-3-3 abbiamo ritrovato sicurezza e facilità a partire in contropiede. Siamo stati pericolosi sui cross, ma bisognava fare di più: a parte i due gol e la traversa di Florenzi non abbiamo mai inquadrato lo specchio della porta. All'inizio ho risparmiato Nainggolan perché anche lui ha disputato due gare con il Belgio. Noi ne abbiamo altre sei ravvicinate, ho una rosa ampia e do fiducia a tutti».
A Gervinho l'ha sempre data, ma in questo momento non si capisce il perché. «Contro una difesa tutta schierata serve un giocatore che salti l'uomo e lui lo fa - la spiegazione dell'allenatore - è stato uomo partita con il Real Madrid e il Valencia in amichevole. Stavolta ha fatto una buona gara, né più né meno dei suoi compagni». Tra le note positive c'è senz'altro Iturbe che quando entra dalla panchina incide sempre. «Dovrebbero avere tutti il suo atteggiamento, ha aiutato la squadra in difesa e chiuso la partita. Ho chiesto io alla società di tenerlo - rivela Garcia - lavora sempre al 100% e può fare anche il centravanti come successo in qualche occasione l'anno scorso. Da punta ha bisogno di spazi e ci aiuta tanto nelle ripartenze. Ho pensato di farlo entrare appena il Frosinone si è aperto». Gioco balbettante a parte, l'altra macchia sulla vittoria giallorossa è il rigore giustamente reclamato dai ciociari per il fallo di mano di Digne. «Ci sono sei arbitri e bisogna dare loro fiducia. Non hanno la moviola, finché le televisioni daranno il replay dieci volte mentre loro devono decidere in dieci secondi succederà questo». Vaglielo a spiegare a Stellone.