IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Totti si prende, e fa bene, il risultato. Come lui anche Florenzi. Di solito la Roma regala punti a piccole o provinciali che siano. Il 2 a 0 di Frosinone, in questo senso, è pesantissimo. La storia giallorossa è piena di cadute sul più bello. Il capitano, quindi, fa bene a ricordare sul suo blog che «vittorie del genere valgono doppio. Fare bottino pieno in trasferta, indipendentemente dall’avversario, non è mai scontato. Il risultato è ottimo per la classifica, dobbiamo raccogliere più punti possibile fin da questa prima fase del campionato». A proposito: Gervasoni ha visto la reazione di Totti su Blanchard al 31˚ del primo tempo. Nessun colpo, ma solo il gesto e la mascella indurita. Niente prova tv, nonostante le inquadrature abbiano fatto temere il peggio.
LITE E CHIARIMENTO «Questo successo è fondamentale: dovevamo portare a casa i tre punti, lo abbiamo fatto non giocando benissimo, ma abbiamo vinto, cosa che non succedeva sempre in questo tipo di partite nelle stagioni passate» spiega Florenzi. Che nel finale ha preso la traversa. «Mi ha detto proprio male. Mi rifarò presto, magari con un tiro da tre punti». Il terzino racconta il motivo della discussione avuta con Manolas. Ciofani ha sbagliato un gol grande così nella ripresa e i due difensori si sono detti di tutto: «Quando c’è la cattiveria in campo capita che ti esca anche con un tuo compagno, anche se non serve. Ci siamo incavolati per il bene della Roma, non volevamo prendere gol, poi ci siamo subito chiariti. Se deve finire così ben venga, litigherò con tutti». Ormai si sente terzino: «Ho sbagliato a dire quella cosa del tappabuchi, era inteso in un altro modo. Mi diverto e mi piace imparare giorno dopo giorno dai grandi calciatori che ci sono in quel ruolo, dalle partite di Dani Alves ad esempio».
MIRA RITROVATA «Mi sarei ammazzato se non avessi fatto gol: in azioni del genere la palla andava passata a Salah» sorride Iturbe. Che chiarisce: «Ho sempre avuto la testa a Roma e ora sono felice perché sento la fiducia di Garcia e dei compagni». Ruediger è entusiasta: «La Roma è proprio forte e Totti unico. Le uniche mie difficoltà sono linguistiche. Mai toccato Rosi: ma quale rigore!».