De Rossi costretto all’ennesima ripartenza da zero

07/09/2015 alle 13:26.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - «Daniele è fatto così e così ce lo vogliamo tenere. E' uno di personalità e la sua presenza nello spogliatoio si fa sentire. Sa di aver fatto una cavolata, non deve succedere ma può succedere. Non la farà più». Il testo è di Leonardo Bonucci: in questo modo ha "difeso" dopo che, in campo, gli si è chiusa la vena e ha reagito mollando un calcio da terra al suo avversario, Mitsanki (che gli aveva mollato un colpo non proprio tenero, beccandosi pure lui il rosso). A Daniele, di essere fatto così, non è che vada benissimo, ha provato in tanti anni a correggere certe deviazioni caratteriali, ma riuscendoci solo a tratti: non tanto in Nazionale (due “rossi”), quanto nella Roma, certi episodi gli hanno creato più di un problema, scatenando il classico vortice mediatico, specie a Roma. «Non lo doveva fare. Vorrei rivedere le immagini, ma ho poco da dire: certe reazioni vanno evitate», invece non lo giustifica per niente. Un episodio del genere crea i soliti corsi e ricorsi. L'eterno ritorno dell'errore: dalla manata a Srna nella di qualche anno fa a quella a Mauri in un derby dell'era Zeman, con in mezzo altre alzate di gomito qua e là, quasi sempre con la maglia giallorossa addosso. Ma la madre di tutte le gomitate, se non altro per il palcoscenico che l'ha ospitata, è quella a McBride, mondiale 2006, Italia-Stati Uniti. Lì era proprio un bambino, la sua esuberanza non giustificabile ma perdonabile. è il primo, come sempre, a capire di aver sbagliato, perché a trentadue anni non si può e non si deve, e soprattutto perché ha rovinato una storia bellissima recitata con la maglia dell'Italia, alla quale ha sempre tenuto tantissimo, diventando negli anni uno dei giocatori più presenti e quindi rappresentativi. L'esuberanza, stavolta, non è giustificabile, ma ovviamente resta perdonabile. Ha solo rovinato la sua favola del ritorno in azzurro.

IL FUOCO CONTRO - « è migliorato: stavolta, almeno, ha fatto espellere pure un avversario», gli scrive qualcuno su . Si fa ironia, ma c'è anche chi va giù con l'accetta. «Non cambierà mai» oppure «E' il più pagato della serie A, dovrebbe devolvere parte dello stipendi ai compagni di squadra». Ed ecco, ci risiamo: i soldi, la nota dolente, un discorso che davvero gli fa chiudere la vena, anche più di qualche calcione subito. non sopporta che ci si riferisca sempre al suo stipendio. Chi lo fa è stato definito tifoso commercialista. E quei soldi sono stati sudati, è stato sofferto il suo rinnovo, e meritati e - secondo lui - non devono essere accostati ad alcuna sua stupidaggine. Ma ogni volta gli tornano su, presi a pretesto per sostenere altro.

CENTOUNO CON IL ROSSO - Fa pensare come uno che ha giocato 101 partite in Nazionale, che ha segnato 17 gol, agganciando al decimo posto Gilardino della classifica dei marcatori azzurri della storia (primo è Gigi Riva, 33 reti in 35 gare), possa cadere in gesti propri di un giovincello senza testa. Ma , in questo ha ragione Bonucci, è fatto così. Subisce e perde il controllo. Di questo sospirato ritorno in Nazionale, Daniele si porta a casa il gol della vittoria e nient'altro. Ha lasciato Palermo scuro in volto, mantenendo il silenzio ed evitando di dire banalità del momento. Appuntamento a Roma, con la testa più lucida. Provando una nuova ripartenza. L'ennesima.