GASPORT (D. STOPPINI) - Stella che cammini canterebbe Antonello Venditti. Stella che cucini, stella che fai gol. Roma-Barcellona ai fornelli: solo ingredienti di qualità, solo campioni a muovere mani e piedi. Tutto in 24 ore, nello stesso quadrante di Roma, due km sì e no di distanza in linea d’aria: stasera il meglio d’Europa in campo, stadio Olimpico, domani sera (e fino a domenica) il top degli chef della capitale (e non solo) all’Auditorium. Sapori e colori, campioni indiscussi. Per Leo Messi che disegna dribbling, per Heinz Beck che impiatta una tartare.
SUAREZ MORDE... In fondo è un gioco, no? E allora giochiamo, magari accostando top player a top chef. Undici giocatori e un allenatore a scelta tra Roma e Barcellona, in parallelo con 12 piatti dei 12 cuochi protagonisti da domani: Taste of football e Taste of Roma. «Ho campo libero? Faccio da solo?», chiede Riccardo Di Giacinto. Mica uno a caso: chef stellato, romano, uno dei 12 in campo (da domani eh, mica all’Olimpico…). «E sono tifoso della Roma. Ho pure lavorato 4 anni in Spagna, al fianco di Ferran Adrià». Che è un po’ come la Roma che va a scuola dai campioni d’Europa. Prego, a lei la scelta. «Dico 8 calciatori della Roma e 3 del Barcellona. Più uno, il jolly. E poi l’allenatore è Rudi Garcia». Sbilanciato, forse converrebbe equilibrare il tutto, come si fa con i piatti. «No, le spiego: magari mettendo più romanisti forse un pareggio lo portiamo a casa…». Ok, affare fatto. «E allora il mister è la tartare di manzo con caviale Calvisius e panna acida allo yuzu di Heinz Beck, uno straniero che ha fatto fortuna a Roma, l’unico chef con 3 stelle da queste parti, la guida di tutti noi. E Garcia è la guida della Roma, la tartare di manzo e il caviale è un piatto raffinato, molto francese». Via co i giocatori: «Il primo è Suarez. Lui è il piatto di Daniele Usai, le guance di arzilla, crema di zucchine, tapioca e aglio nero: piatto quasi da mordere. Anche se, a pensarci bene, Suarez preferisce mordere altro…». Giusto. Avanti: «Nella mia squadra c’è sempre Florenzi, bello di nonna. Per lui un piatto storico romano, ma rivisitato: la Carbomare di Angelo Troiani. Perché Florenzi è la fatica vecchio stile, ma cucinata in chiave moderna». Intelligente come Edin Dzeko: «È appena arrivato, deve ancora capire a fondo: a lui lo gnocco alla romana di Francesco Apreda serve per ambientarsi». Problema che non vale per tutti: «Che spettacolo Iniesta, lui è fantasia e concretezza insieme. È il Thaiolino di Giulio Terrinoni, che la fantasia l’ha messa pure nel naming».
TOTTI IL MARITOZZO Ma qui ci vuole pure chi corre, no? «Lunga vita a Nainggolan: i porcini, noccioline e caffè di Marco Martini sembrano fatti per lui, piatto appagante e di qualità, sazia con grande classe. La cucina internazionale ci piace. Prendi Salah: lo rivedo nei tagliolini freddi di Roy Caceres, specialità romana con influenza straniera, la prima cosa da proporre a un egiziano a Roma». C’è pure un francese a Roma: «Digne, pazzo in campo come una pazza in cucina è Alba Esteve Ruiz, spagnola, la più tenace tra noi chef. Avete presente il segno “2” con la mano alla Juventus? E allora a Digne date le fettuccine di mais: qualità e sfrontatezza». Avanti un altro: «Neymar, che meraviglia: la cacio e pepe di Andrea Fusco è a sua immagine, con cozze e menta fritta, come far andare d’accordo fantasia e freddezza sotto porta». Sarà dura fermarlo: «Ci pensa Manolas, duro, l’unica certezza in difesa della Roma. Con lui non sbagli mai, come con gli gnocchetti con i ricci di Cristina Bowerman. E poi Iago Falque, piede raffinato e generoso. È il nostro Tropical Macaron, un trionfo di sapori come il piatto di Stefano Marzetti». Ne manca uno… «Vuole che non accosti qualcosa di mio a Totti? Giù le mani da Francesco: lui è il maritozzo cacio e pepe, dolce romano per eccellenza ma rivisto in chiave salata, è l’esagerazione, è il simbolo della città». Scusi…lo sa che non ha schierato Messi? «Tutto calcolato, è il jolly. Perché è impossibile accostare un piatto a Leo, il migliore. Visto lui, il resto non conta. Lui è la spaghettata di mezzanotte: dopo, tutti a nanna».