Capitan futuro non c’è più. Il «presente» è adesso

16/09/2015 alle 13:43.
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IL TEMPO (T. CARMELLINI) - «Vabbè, poi qualche volta mi si annebbia la vista...». Lo dice con la risolutezza e la tranquillità di un uomo, conscio di andare qualche volta oltre. Ma è così, prendere o lasciare: è . Trentadue anni e la consapevolezza di aver raggiunto, suo malgrado, quel punto verso il quale, da sempre, i tifosi romanisti lo spingono. Capitan futuro è ormai «Capitan presente», senza nulla togliere a quello che per tutti i romanisti era e resta : , per un ventennio La Roma.

Ma quel momento è arrivato, nella testa di in primis e forse anche in quella di che chiaramente da «soldato» è un tema che non vuole affrontare. Una sorta di passaggio del testimone virtuale, perché quando gioca il è sempre lo stesso. Sta di fatto, che per la prima volta da una vita, il nome di non è mai stato pronunciato durante l’ora di conferenza stampa a Trigoria che ha aperto la sfida ai campioni del . Certo, con si cercheranno, questo è chiaro, e quanto fatto fin qui dal leader della Roma aleggerà nell’aria afosa dell’Olimpico: è gente che parla la stessa lingua.

Ma in questo, come in tante altre cose, la Roma sta voltando pagina, si sta evolvendo, com’è naturale che sia. Profilo basso infatti per una vigilia delicata, nessun proclama, grandi attestati di stima per una squadra che ha vinto praticamente tutto. La «sonata» del 7-1 contro il Bayern è lì a rinfrescare la memoria ai giallorossi che all’epoca pensavano di potersela giocare alla pari contro i panzer tedeschi: così non fu. Così oggi si gioca di rincalzo, si vola molto basso, in una sfida nella quale la Roma (goleada a parte) non ha nulla da perdere. Sarà importante uscire a testa alta dalla partita contro i più forti del mondo allenati da un uomo che qui a Roma forse è era stato incompreso o al quale non è stato concesso il tempo necessario: e lui però ci aveva messo del suo. Anche su questo ha tenuto il punto: «Allora non ero matto io!?». A vederla oggi si direbbe proprio di no.