GASPORT (D. STOPPINI) - Come quando compri un vestito che ti fa impazzire. Se poi lo trovi a un prezzo d’occasione, la giornata — magari pure la settimana — svolta in maniera definitiva. Edin Dzeko è costato alla Roma meno di quanto il Milan abbia versato a Trigoria per Romagnoli o Bertolacci. E, al netto di ogni interpretazione, i numeri dell’operazione hanno scatenato l’entusiasmo dei tifosi della Roma sui social network. L’ufficialità di Dzeko è arrivata: 4 milioni di euro per il prestito, 11 per il diritto di riscatto al verificarsi di alcune condizioni, condizioni di fatto automatiche. Ma che si tratti di diritto e non di obbligo è un escamotage usato per far pesare sul bilancio di questa stagione solo i 4 milioni del prestito. Tra un anno, oltre agli 11 milioni, ci sono anche alcuni bonus da versare al Manchester City — questi sì legati ad alcuni obiettivi — per una cifra variabile dai 3 ai 5 milioni di euro.
ATTIVO SUI SOCIAL - Particolari che fanno la differenza, in una città di contabili che ha imparato negli anni ad appuntarsi su un fogliettino le entrare e le uscite della Roma sul mercato. Ma forse il numero che più conta è il 9, quello sulle spalle del bosniaco. Che è già entrato in simbiosi con i suoi nuovi tifosi. Tanto per dire: dopo l’ufficialità qualcuno, su twitter, gli ha chiesto di aggiornare la biografia del suo profilo, che ancora recitava «footballer Manchester City». Detto, fatto. Neppure un’ora e il bosniaco è diventato «footballer As Roma», con tanto di prima foto postata prima di pubblicare una lettera di saluti ai fan del City.
LAVAGGIO DEL CERVELLO - Che Dzeko non sia uno qualunque, lo si capisce dall’attenzione mediatica, dalle coccole dei compagni, dal sito della Roma che ha pubblicato le immagini del suo sbarco, del suo primo allenamento, pure le direttive per acquistare on line la maglia. E le sue prime parole, ancor prima delle presentazione ufficiale che ci sarà oggi: «Ci è voluto più tempo del previsto per arrivare qui, ma sono molto contento». Dzeko ha aspettato la Roma, questo s’è capito. Perché convinto dal «lavaggio del cervello» dell’amico Pjanic, a che a fronte delle offerte di Siviglia e soprattutto Arsenal, pronte a prenderlo subito. Alla Roma il tempo è servito per portare a termine la mediazione con il City, abbassare le prime richieste — 30 milioni — e chiudere l’affare. Dzeko ha firmato fino al 2020: 4,5 milioni di euro a stagione più bonus. Ha lasciato sul tavolo del City 2 milioni di buonuscita, ha concesso alla Roma i suoi diritti d’immagine. Le motivazioni non gli mancano, le parole ne sono la conferma: «Voglio provare a vincere con la Roma, alzare più trofei possibili — ha confessato —. Sono onorato di poter giocare con una leggenda come Totti. Seguo questa squadra da quando c’è Pjanic. E con Miralem negli ultimi mesi ho parlato spesso, ogni volta che lo sentivo chiacchieravamo della Roma». Alla fine il centrocampista l’ha convinto: «Ho fatto di tutto per poter venire qui. E un grazie va a Sabatini, ha fatto un gran lavoro. Promesse? I gol, quello che so fare meglio. Non mi aspettavo tutti quei tifosi ad accogliermi: darò il massimo per la Roma». Se il rendimento sarà pari all’entusiasmo che ha portato, Rudi Garcia può star sereno.