GASPORT (S. BOLDRINI) - È cresciuto tra i proiettili. Ha vissuto il lungo assedio di Sarajevo, nella sporca guerra della ex Jugoslavia. L’infanzia difficile di Edin Dzeko è raccontata su Wikipedia («Non c’era molto da mangiare e avevo sempre paura. Quando sentivamo spari o bombe che cadevano, ci nascondevamo dove capitava. Potevi morire in qualsiasi momento») e lui, qualche volta, torna sull’argomento: «Un’esperienza così ti segna per sempre. Non potrò mai dimenticare quei giorni. La guerra è un incubo».
GERMANIA Forse per questa ragione Edin Dzeko, miglior bomber della nazionale bosniaca con 42 gol, vive la sua dimensione di calciatore con la massima professionalità: quando hai visto l’inferno, il calcio è il paradiso. Le giovanili procedono tra lo Zeljeznicar di Sarajevo e il Teplice, nella Repubblica Ceca, con una parentesi all’Usti nad Labem. Nel 2007, il grande salto: il trasferimento al Wolfsburg, su segnalazione di Felix Magath, l’ex giocatore dell’Amburgo che fece piangere la Juventus nella finale di Coppa dei Campioni del 1983. Un segno del destino? La Germania, dove Dzeko apprende in fretta il tedesco, è la svolta. Nella prima annata, firma 9 gol tra coppe e campionato. Nella seconda, il boom: 36 reti in 42 presenze e un contributo decisivo alla conquista del titolo. Nella terza, è capocannoniere della Bundesliga, con 22 centri.
IL CITY Il 7 gennaio del 2011, Dzeko approda al Manchester City di Roberto Mancini, pagato 35 milioni di euro. Il 30 gennaio segna la prima rete in Inghilterra in FA Cup contro il Notts County, il 24 febbraio arriva una doppietta in Europa League contro l’Aris e il 25 aprile rompe il ghiaccio in Premier, con il gol al Blackburn. Dzeko conquista la FA Cup il 14 maggio nella finale con lo Stoke City e comincia il campionato 2011-2012 con il botto: un poker il 28 agosto in casa del Tottenham, primo giocatore della storia del City a piazzare la quaterna in Premier. Quella domenica, Mancini spende parole importanti per il centravanti bosniaco: «Un campione vero». Dzeko è decisivo nell’ultimo turno del campionato, in cui il Manchester City vince con il batticuore un titolo atteso da 44 anni: sua la firma del 2-2 al 92’, preludio del 3-2 di Aguero al 94’. «Il gol più importante della mia carriera», le parole di Edin.
ROMA I numeri dicono che la quarta stagione di Dzeko al City è la migliore – 26 reti – e che la quinta, l’ultima, è invece la peggiore: appena 6 centri. Un segnale che era arrivato il momento di cambiare, e il gol segnato ieri in amichevole a Stoccarda, all’88’, va considerato il suo addio al club inglese. Roma, dove Dzeko approda grazie anche ai buoni uffici di Pjanic e degli uomini di fiducia di Miralem, è l’occasione giusta per tornare protagonista. Anche la compagna Amra Silajdzic, modella, attrice e poliglotta, è contenta. Roma, pure nei tempi difficili ben raccontati dal New York Times , conserva sempre il suo fascino.