IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Tutto ha una fine, anche Totti ha una fine. Facciamocene una ragione. Questo è l'inizio di quella fine, forse. Campionato numero ventiquattro per il capitano della Roma. L'ultimo, dice inesorabile il suo contratto. Un'era in via di conclusione, un'epopea firmata dai suoi gol (299), dal suo umorismo (infinito), dalla sua vena comica (naturale), da quel suo modo di prendere tutto con leggerezza. E' un Totti contro il tempo: parte da Pinzolo l'ennesima sfida per allungarlo, per tornare ancora sul palcoscenico e prendersi altri applausi, per rimandare i titoli di coda, ritardando lacrime e rimpianti di chi ha sognato grazie a lui e anche di chi, parlandone (male), si è costruito una posizione (mah). Totti ha fatto lavorare tutti, brutti e belli, buoni e cattivi. E adesso? Non molla, non se ne parla. C'è ancora un anno (almeno) da onorare. Certo, il rinnovo del contratto non sarà più naturale come prima, non può esserlo, ne sono consapevoli Francesco stesso e la Roma. Farà il dirigente come da accordi scritti o toccherà il pallone anche dopo aver festeggiato quaranta anni? Totti si è dato un po' di tempo per capire se sarà in grado di continuare a giocare o se invece dovrà prendere in considerazione l'ipotesi di lasciare tutto, di tentare l'avventura negli States (nel caso venisse "scaricato") o semplicemente fare il papà, vestendo giacca e cravatta dietro a una scrivania di Trigoria. Natale, la dead line per fare il punto è capire se sarà il caso di rimettersi seduti a tavolino con la società e scrutare insieme il futuro. Jim Pallotta ha un debole per Francesco, vuole ascoltare le sue sensazioni e magari ragionare anche su un rinnovo, a cifre naturalmente diverse. Rispetta la sua storia, capisce l'importanza infinita del suo capitano. L'età non consente di fare troppi ragionamenti, dipenderà dalla parola delle gambe, dallo stress o dal sentirsi ancora importante e/o un peso, e quest'ultima sensazione l'ha provata di recente. Per adesso, quel giorno è lontano: Francesco ha voglia di giocare e non a caso a Pinzolo non fa il nonno in pensione o il capitano non giocatore: tirato, asciutto, brillante, con la solita voglia di scherzare (anche con chi è arrivato ieri, come i nuovi preparatori) e di incantare. Lancia messaggi orizzontali, tipo quello stuzzicando il suo amico De Sanctis: «Stiamo vicini a Morgan: per lui è l'ultimo anno, il prossimo lo vivrà tra i tifosi». Tu smetti, io ci sarò ancora. Una promessa, per qualcuno magari una minaccia.
UOMO DI QUALITÀ Totti non è più al centro del progetto tecnico e per la prima volta in carriera, comincerà la stagione non da titolare. E forse proprio questo magari potrà consentirgli di fare un'altra annata. Sarà l'arrivo, finalmente, di un centravanti, ad allungargli la vita nella Roma. Perché questo lui vuole, un Dzeko o un Higuain, uno che insomma lo mandi serenamente in panchina e che magari lo aiuti a prendere fiato. Qualità, non quantità. Quindici partite quest'anno, dieci il prossimo, è un progetto realistico, saltato lo scorso anno quando, "gli straordinari" (ha giocato tanto e in una squadra che faceva fatica a stare in piedi) spesso lo hanno mandato allo sbando. Per adesso Totti sta svolgendo tutta la preparazione insieme con gli altri, nessun tipo di lavoro personalizzato. In seguito, invece, dovrà essere gestito al meglio, anche più di altri, proprio per evitare cali di forma fisiologici. Tre partite in una settimana sarà impossibile farle, questo è evidente, però i grandi appuntamenti non vuole mancarli. Intanto è qui a Pinzolo, godiamocelo finché c'è, con la sua classe e la sua ironia e sempre con quella voglia di futuro. Una signora, qui a Pinzolo, ha scritto su uno striscione un messaggio per i figli. «Tranquilli, sto con Totti». Per ora, sicuro.