CORSERA (G. PIACENTINI) - «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». Rudi Garcia non aveva certo gli stessi dubbi di Michele Apicella, il protagonista di «Ecce bombo», primo grande successo di un ispiratissimo Nanni Moretti, mentre decideva se partecipare ad una festa di compleanno. Lui, il tecnico francese, alla «festa» organizzata da James Pallotta a Londra – cominciata ieri, proseguirà oggi – con tutto lo stato maggiore romanista composto dal Ceo Italo Zanzi, dal d.g. Baldissoni, dal d.s. Sabatini, da Mark Pannes e da Alex Zecca, voleva andarci.
Per questo, alla vigilia della gara contro il Palermo, si era auto invitato, rendendo pubblico un appuntamento che doveva rimanere privato e forzando la piazza con dichiarazioni («La Juventus è irraggiungibile e lo sarà anche il prossimo anno, noi dobbiamo vendere prima di fare mercato»), che, nonostante le smentite, hanno fatto saltare dalla sedia più di un dirigente, a Roma come a Boston. Dichiarazioni che hanno dato l’idea di una società ridimensionata nelle sue ambizioni e un tecnico così attento alla comunicazione come il francese non può averle pronunciate senza pensare alle conseguenze. Se l’obiettivo era quello di reclamare maggiori attenzioni, cioè voce in capitolo su calciomercato e staff, ha ottenuto l’effetto contrario.
La società gli ha spiegato nei giorni scorsi che a Londra si sarebbe parlato di «
massimi sistemi» –
fatturato, budget, stadio, marketing – e non di questioni tecniche, per questo la sua presenza non era necessaria. Il primo ad uscire ridimensionato, insomma, è proprio
Rudi Garcia, a cui la dirigenza ha fatto capire che ognuno deve rimanere al proprio posto: la società prende le decisioni, il tecnico allena. Garcia potrebbe avere un contatto con Pallotta in conference call da Parigi, prima di partire per le vacanze. Sarebbe un clamoroso colpo di scena, invece, che si presentasse comunque oggi a Londra. La situazione si è fatta pesante e non solo nelle ultime ore: la dirigenza, ad esempio, aveva bocciato la sua
proposta di fare un ritiro all’estero prima del derby e poi ha
rimosso il preparatore atletico (Rongoni) che lui aveva imposto. Alla luce di queste divergenze ci può essere rottura tra le parti? Complicato.
Per la Roma è
dura licenziare un allenatore che guadagna 5 milioni lordi a stagione, ha un contratto fino al
2018 ed è arrivato due volte in Champions diretta. Ma chissà se Garcia, privato di molti suoi uomini (i giornali francesi hanno rilanciato proprio ieri la trattativa tra Al Jazira, Roma e Gervinho per il trasferimento del giocatore), può dare le dimissioni. Un «depotenziamento», che in passato ha costretto all’addio anche l’ex direttore generale Franco Baldini, poi approdato al Tottenham. In quel caso dovrà essere bravo Walter Sabatini, che qualche spiegazione al presidente, soprattutto sull’ultima sessione di mercato dovrà darla, a trovare in tempi rapidi un sostituto.