IL TEMPO (G. GIUBILO) - Un verdetto che non ammette appello. Quattro giornate ancora da onorare, ma la Juve celebra il suo quarto scudetto consecutivo. Le bastava un punto a Marassi, contro una Samp mai sconfitta in casa e costretta stavolta alla resa da un gol di Vidal. Ma poi le occasioni sono state tutte per la capolista, che forse il campionato lo aveva già ucciso con la lunga volata di gennaio. Orecchie e musica per Max Allegri: il titolo, la semifinale di Champions, la finale di Coppa Italia. Gli scettici della vigilia possono andare a nascondersi.
Turno singolarmente frazionato, quello che indirizza il calcio italiano agli appuntamenti con l'Europa, dal sabato addirittura al mercoledì, giorno che segue l'avventura juventina nella Champions e precede quelle di Napoli e Fiorentina per l'Euroleague, turni di andata delle due competizioni. Al centro dell'attenzione la rincorsa al secondo posto, con le romane tese a far pesare al Napoli gli schiaffi presi a Empoli. Ancora un tentattvo di pacificazione, per la Roma con l'ingrato Olimpico, ancora una rivale toccata dalla grazia come il Genoa di Gasperini, che per ora non ha pagato pegno per la forzata rinuncia a Perotti. Garcia deve chiedere ai suoi una conferma dei progressi della trasferta in Emilia.
Più agevole, leggendo la classifica e il momento delle due squadre, il viaggio della Lazio a Bergamo, dove ci vorrà l'attenzione delle giornate felici per eludere le trappole del vecchio amico Edy Reja. Non ci sarà Klose, squalificato, ma Pioli dispone di alternative che si rivelano puntualmente all'altezza.