IL TEMPO (G. GIUBILO) - Siamo romani, non siamo scandinavi. Saranno anche buoni, i biscotti, ma da queste parti privilegiamo i maritozzi da affogare nel caffellatte, soprattutto quegli inarrivabili quaresimali, delizia del palato. Qualche riserva dei napoletani, su un possibile orientamento del derby, la non belligeranza che garantirebbe a Roma e Lazio la Champions League. Un sospetto che si è esteso anche a una buona parte delle tifoserie, ma da entrambe rifiutato con forza, soprattutto dai laziali poco disposti a regalare ai cugini il secondo posto, visto che difficilmente l’ultimo turno potrebbe modificare le posizioni delineate dalla sfida di stasera. Ma in questo senso sono del tutto inappropriati gli appelli all’onestà e alla sportività, perché gli interessi in gioco, quelli di classifica e i conseguenti riflessi economici, sono di livello sconosciuto alla storia delle stracittadine della Capitale. Pesantissima la differenza tra l’ammissione diretta alla Champions e l’obbligo di preliminari, che impongono un avvio di stagione anticipato di un mese, con il rischio di trovarsi di fronte, negli spareggi, corazzate della dimensione di un Manchester United.
Si dice che i derby si neghino ai pronostici, ma raramente come in questo caso una delle protagoniste ha diritto alla preferenza: ed è la bella Lazio alla quale la sfortuna ha negato la conquista della Coppa Italia di fronte ai mostri della Juventus. Ma non sono tanto i meriti che i laziali hanno guadagnato sul campo nello splendido girone di ritorno, a farne i favoriti, quanto le mancate risposte della Roma, quasi un miracolo vederla ancora al secondo posto, dopo una serie di incomprensibili cadute di immagine, la lunga serie di pareggi che ha tolto presto qualsiasi velleità di tenere il passo imperioso della capolista.
Garcia, che deciderà il proprio futuro in base al bilancio conclusivo, tenta di trasferire sui rivali la tensione, comunque inevitabile, si consente anche qualche provocazione, come l’accenno alle garanzie offerte da Rizzoli, dopo il gol irregolare convalidato a Genova ai laziali. Poiché in questo momento il gap tecnico è fuori discussione, deve ammetterlo anche il tifo romanista, la ricerca di un possibile equilibrio va individuata soltanto nella pressione che il pronostico e il calendario caricano sulle spalle di Pioli e della splendida macchina che il tecnico emiliano è riuscito ad assemblare. Perché non va dimenticato che se la Roma ha già in tasca l’Europa maggiore, la Lazio deve guardarsi da una combinazione di risultati che la condannerebbe all’Europa League, rimettendo in corsa un Napoli che, nonostante la figuraccia contro la Juvedue, non è ancora escluso, secondo la matematica, dalla rincorsa al terzo posto, che potrebbe guadagnare soltanto a spese della Lazio. Stasera giocherà per vincere, la Roma stringerà i denti per un punto che, Palermo in vacanza permettendo, varrebbe oro.