REPUBBLICA.IT (M. MONTI) - Dopo gli scontri nel derby della Mole, Massimiliano Allegri ha dichiarato: "Portare oggi i bambini allo stadio, con quello che succede, sarebbe da folli". Ecco, per James Pallotta, uno dei fondatori di "NBA Cares" - la fondazione per la sensibilizzazione sociale della Lega di basket statunitense - tale logica è impensabile. Da modificare con un impegno concreto sul territorio.
Proprio per questo, grazie ad una concessione economica iniziale che si aggira intorno al milione di euro, il numero uno di Boston e i suoi collaboratori hanno dato vita a "Roma Cares", una fondazione impegnata con il Comune e la Provincia di Roma in un percorso per educare i più giovani allo sport e al tifo incentrato su sani valori. All'Olimpico, circa 400 bambini - non tutti tifosi giallorossi - hanno assistito a Roma-Genoa dalla Tribuna Tevere, lato Curva Nord: una manifestazione che ha permesso ad 8 istituti primari della Provincia di poter beneficiare di assegni con cui munirsi di attrezzature sportive all'interno delle scuole stesse: "Il club sarà sempre impegnato nella promozione di messaggi socialmente rilevanti", ha assicurato il Ceo Italo Zanzi.
Poco importa se durante il suo speech durante l'intervallo di Roma-Genoa siano arrivati i fischi rivolti proprio al CEO, da alcuni tifosi della Curva Sud: quei fischi si riferivano alla nota diatriba tra alcuni supporter e Pallotta, dopo gli appellativi ("Fucking idiots") che il presidente ha dedicato a chi ostacola il progetto educativo che da Boston vorrebbero portare nella capitale. Proprio a questo scopo, Roma Cares è diventata da poco partner ufficiale di "Race for the Cure", la maratona che andrà in scena a Roma il 17 maggio in favore della lotta ai tumori al seno. L'intera società giallorossa è convinta che si possa fare un determinato tipo di calcio, dedicando particolare attenzione all'educazione di chi, sin da piccolo, è chiamato ad entrarne a far parte con il giusto approccio.