GASPORT (F. CENNITI) - C’è chi collabora (pochi) e chi nega ogni accusa (molti). Sono iniziate ieri le udienze di convalida dei 50 fermi emessi dalla Dda di Catanzaro e firmati dal pm Elio Romano nell’inchiesta «Dirty soccer» (Calcio sporco), la nuova operazione scattata lo scorso martedì per contrastare il fenomeno del calcioscommesse e delle combine, con le infiltrazioni della ‘ndrangheta. A decidere sono stati i Gip competenti in base alla città dove è stato operato l’arresto, ma l’attenuazione di qualche provvedimento non ferma di certo gli inquirenti che ieri hanno incassato le parole di elogio pronunciate da Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia. «Quando si aprono i vasi di Pandora del malaffare, anche se si tratta del calcio, non si può prevedere dove si arriva – ha commentato Roberti –. È un’indagine con prove solide: sicuramente avrà degli sviluppi perché i fatti accertati sono in qualche modo fondati». Non sono frasi di circostanza, ma piuttosto lasciano intendere nuovi sviluppi. È solo questione di giorni, poi l’incessante lavoro svolto dalla squadra mobile di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti, in collaborazione con il Servizio centrale operativo di Roma, troverà lo sbocco naturale. Sotto la lente d’ingrandimento sono finite 8 nuove squadre e almeno una ventina di persone tra giocatori, dirigenti, allenatori e tesserati. Tutti sono a rischio, così come lo sono alcune posizioni degli indagati.
SALERNITANA BIS Intercettazioni ed esame del materiale sequestrato sono le chiavi per arrivare a scoprire ulteriori possibili combine. La Salernitana del patron Claudio Lotito «raddoppia» la presenza negli atti: oltre alla gara vinta 3-1 col Barletta del 25 aprile (giorno della promozione in Serie B), dove c’è il sospetto di un tarocco pensato ed effettuato solo dalla parte pugliese (sarebbe bastato incassare molti gol, come è avvenuto), c’è anche la sfida casalinga contro il Messina (vinta 1-0) dello scorso 21 dicembre. Nessuna ipotesi è esclusa. E non finisce qui: nuvole nere si addensano pure sulle altre gare di Lega Pro Ascoli-Santarcangelo, Reggina-Benevento e Renate-Torres e su Viterbese-Nuorese di Serie D. Gli investigatori stanno analizzando in modo approfondito tutte le conversazioni rimaste fuori dall’ordinanza dello scorso martedì. E proprio ascoltando queste telefonate si è scoperto come le 5 partite fossero considerate combinate dai componenti delle due organiz
zazioni dedite al calcioscommesse. Questo non basta per arrivare alle conclusioni. Servono riscontri, verifiche, incroci di dati e attendibilità delle parole pronunciate, ma la strada imboccata sembra quella giusta.
PENTITI Certo, linfa al lavoro degli investigatori potrebbe arrivare da una possibile collaborazione dei fermati. I primi segnali non sono però positivi. Con qualche eccezione, come il dirigente tecnico del Brindisi Vito Morisco e l’ex presidente Antonio Flora. Entrambi davanti al Gip di Bari hanno fatto delle ammissioni: «Sì, le vittorie contro San Severo e Pomigliano sono state comprate. La seconda è stata pagata 12 mila euro». Ma per ora questa è stata una eccezione: il leit motiv degli altri fermati è stato negare ogni addebito. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Mauro Ulizio, ex direttore sportivo del Monza, stessa cosa hanno fatto l’ex calciatore Fabio Di Lauro e il tecnico del Barletta Ninni Corda, mentre il fermo di Ercole Di Nicola, responsabile dell’area tecnica dell’Aquila, è secondo il suo avvocato il frutto di un «grosso fraintendimento». E ancora: disposta la custodia ai domiciliari di Fabrizio Maglia, direttore sportivo della Vigor Lamezia, che ha risposto alle domande del gip per chiarire le contestazioni mosse dalla Dda. Sono slittati, invece, gli interrogatori di Felice Bellini, ex direttore sportivo del Gudja di Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia, e del suo uomo di fiducia Sebastiano La Ferla. Bellini si trova ricoverato in ospedale per un malore accusato subito dopo il fermo. Domiciliari pure per Enzo Nucifora, ex d.s. della Torres, e Giacomo Ridolfi, giocatore del Santarcangelo.
SVILUPPI Ecco perché gli inquirenti fanno molto più affidamento sul materiale sequestrato nelle perquisizioni: fogli, pizzini, carte, smartphone e tablet. I riscontri ai tarocchi potrebbero uscire da qui e permetterebbero un ulteriore salto di qualità: nel mirino ci sono altre società per ora tenute nel più stretto riserbo (in una intercettazione si fa il nome del Lecce). Ma le parole di Roberti («L’inchiesta avrà sviluppi») aprono a numeri più grandi di quelli fin qui ottenuti.