GASPORT (F. CENITI / F. LICARI) - Fuori dall’inchiesta di Cremona oppure fuori dalla Nazionale. Sono giorni cruciali per Antonio Conte: il c.t. italiano deve preparare la sfida alla Croazia, passo importante verso il cammino che conduce a Euro 2016, ma incombe su di lui una «partita» particolare, col rischio di doverla giocare in un’aula di tribunale a causa delle vicende legate al calcioscommesse, proprio mentre gli azzurri andrebbero a caccia in Francia (come tutti ci auguriamo) di un titolo continentale che manca da 48 anni. Ecco perché gli avvocati Francesco Arata e Leonardo Cammarata hanno depositato la scorsa settimana in Procura un terzo memoriale all’attenzione del procuratore capo Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta. Si profilano in pratica due scenari: l’archiviazione o il rinvio a giudizio. E le conseguenze saranno inevitabilmente diverse.
«ARCHIVIAZIONE» Il passaggio forte, contenuto nelle 8 pagine, è la richiesta al pm di fare una valutazione «sulla sostenibilità in giudizio delle accuse». La difesa è convinta che la frode sportiva per Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena non reggerebbe in un dibattimento e quindi si andrebbe verso una sicura assoluzione nel merito. Ipotesi rafforzata dalla lettura degli atti: le accuse a Conte, fanno notare Arata e Cammarata, si poggiano su basi fragili, in particolare sulle dichiarazioni del pentito Carobbio, già smentite in sede di processo sportivo anche grazie alle indagini difensive, per quanto riguarda la gara di Novara. Non ci sarebbe reato penale invece, secondo gli avvocati, per la sfida con l’AlbinoLeffe, dove l’accordo tra le squadre, così come è stato raccontato dai protagonisti condannati dalla Procura Federale, si è perfezionato alle spalle dell’allenatore.
SOLO OMESSA DENUNCIA Non solo: pur accettando la versione data dal portiere Coppola («Spiegammo a Conte dell’accordo preso con gli avversari e ci lasciò liberi di decidere»), i legali sostengono che l’unico «reato» prefigurabile sia quello sportivo dell’omessa denuncia, per il quale il c.t. ha già scontato una squalifica. Insomma, in forza di queste considerazioni, la difesa di Conte auspica che il pm, magari con formula dubitativa, archivi la posizione dell’assistito. E invita Di Martino a prendere in considerazione la delicatezza della questione: nel caso del c.t. il semplice rinvio a giudizio e, ancora di più, il possibile successivo (lungo) processo diventerebbero già «grave (e ingiusta) sanzione, attesa la dimensione mediatica che caratterizza la sua posizione nel presente procedimento». Della serie: Conte sarebbe sottoposto a una pressione insostenibile vista la carica ricoperta in Federazione.
ILIEVSKI vs CAROBBIO Gli avvocati chiedono nel memoriale di valutare anche questo importante aspetto e di anticipare un giudizio che, a loro modo di vedere, appare scontato in sede di dibattimento. Ancora di più dopo gli ultimi interrogatori di Ilievski (il capo della cosiddetta banda degli «Zingari»), arrivato in Italia il 27 aprile dopo quasi 4 anni di latitanza. Lo slavo ha riferito al pm di non aver avuto alcun contatto con Conte. Le sue dichiarazioni vanno in contrasto con quelle di Carobbio, soprattutto sui soldi consegnati dagli «zingari» al giocatore per far sì che la gara terminasse con un Over 3,5 (più di 3 gol segnati), mentre l’ex centrocampista aveva detto al pm di aver appreso dell’accordo per un pari direttamente da Conte durante la riunione tecnica, ma di non aver mai agito per alterare il match. Una contraddizione evidente, secondo gli avvocati, che va a minare la residua credibilità di Carobbio per quanto riguarda le cose riferite sull’ex allenatore del Siena. Alla luce di tutto questo, l’archiviazione è la soluzione più ovvia per chiudere il coinvolgimento di Conte nell’inchiesta di Cremona.
GIUDIZIO IMMEDIATO Gli avvocati, però, hanno in mente anche un piano B: se dovesse arrivare la richiesta di rinvio a giudizio, punteranno a ottenere il rito immediato perché convinti di poter certificare in tempi brevi (saltando anche l’udienza preliminare) l’innocenza del c.t. italiano. Si tratta di un procedimento speciale previsto dal codice penale. Conte lo invocherebbe per evitare il massacro mediatico di un dibattimento lungo e soprattutto perché sicuro del risultato finale. Nella sua posizione di commissario tecnico, non può permettersi di affrontare un processo dai tempi dilatati.
IPOTESI DIMISSIONI E qui entriamo nel punto più delicato della vicenda: la reazione di Conte di fronte a un processo a suo carico per frode sportiva in pieno svolgimento durante l’Europeo. Il c.t. si ritiene vittima di una grande ingiustizia, ha vissuto male la squalifica per omessa denuncia. La ferita non si è mai rimarginata, così come quella della perquisizione subita nel maggio 2012. Non capisce come mai sia ancora dentro a questa storia. E la vive malissimo. Inutile far finta di nulla: la cosa gli pesa, ma ha sempre aspettato il momento cruciale convinto di incassare un’archiviazione (come accaduto a Gattuso). Se le cose non andassero in questa direzione, gli scenari sembrano abbastanza inevitabili. Tra l’altro ci sarebbe il paradosso di una Federcalcio costituita parte civile a Cremona dove sarebbe imputato il c.t. della Nazionale. Non sentendosi sereno e in grado di garantire il massimo al ruolo di c.t. e sapendo bene che all’Europeo il rischio di avere domande sul processo invece di quelle sulle partite sarebbe altissimo, Conte arriverebbe a una scelta dolorosa, ma inevitabile: dimettersi dal suo incarico.
CROAZIA? NO, CREMONA I tempi? Dipendono da Cremona. Gli avvocati, la Figc e lo stesso c.t. sono ancora convinti di uscirne a testa alta e dalla porta principale, con una archiviazione che potrebbe arrivare a giugno. Nell’ipotesi opposta (richiesta di rinvio a giudizio) l’asticella si sposterebbe in autunno: la domanda di rito immediato dovrebbe trovare sbocco entro dicembre o gennaio 2016, altrimenti siamo al punto di partenza. Ecco perché le prossime settimane saranno decisive: non è la Croazia lo spartiacque del futuro di Conte sulla panchina italiana. Se da Cremona dovessero arrivare cattive notizie, l’avventura del tecnico salentino (primo c.t. azzurro del Sud) potrebbe finire a giugno oppure in autunno, quando potrebbe svanire anche la possibilità di vedere trattata la sua posizione in tempi brevi. A quel punto Conte lascerebbe (si spera) un’Italia qualificata, ma Euro 2016 sarebbe affare di un nuovo selezionatore.