IL TEMPO (P. DANI) - Il derby a Roma non finisce mai, il prossimo da giocare sul campo è vicino ma non si sa esattamente quando. Domenica 24 maggio alle 15 stando al calendario, il giorno dopo alle 17 secondo le ipotesi emerse ieri. L’ennesimo papocchio del calcio italiano è scaturito da un fatto positivo per l’intero sistema: la qualificazione della Juve alla di Champions contro il Barcellona, in programma il 6 giugno a Berlino. Visto che il programmo originario della Lega prevedeva per il giorno dopo, 7 giugno, la disputa della finale di Coppa Italia tra la stessa Signora e la Lazio (nessuno pensava a un’italiana così avanti in Europa), è stato necessario anticipare la sfida di Tim Cup nella data alternativa individuata in precedenza e indicata sui biglietti già venduti per l’evento: il 20 maggio. Quattro giorni prima del derby insomma, troppo a ridosso secondo il club di Lotito considerati gli interessi in ballo in queste due partite. E allora già da mercoledì notte sono scattate le manovre politiche del presidente laziale per provare a posticipare la stracittadina al tardo pomeriggio di lunedì 25 maggio, o addirittura al 26, una data che evoca piacevoli ricordi al popolo biancoceleste. A detta dei dirigenti di Formello, l’ipotesi era già stata discussa e scritta in un verbale di una recente assemblea di Lega. Ma nessuno conferma. E la Roma che ne pensa? Oltre a non voler concedere vantaggi all’avversario (ammesso che qualche ora di riposo in più lo sia), a Trigoria hanno dovuto alzare la cornetta in serata visto che mentre il tam-tam mediatico sullo spostamento del derby montava, nessuno si è fatto vivo da via Rosellini. Dalla Lega i dirigenti romanisti hanno appreso che fino a ieri nessuna richiesta ufficiale è stata ancora avanzata e che qualora arrivasse, la prenderanno in esame. La Roma si opporrà alla probabile richiesta della Lazio di posticipare la partita, ma non spetterà a lei l’ultima parola: i calendari li decide la Lega, cambiamenti in corsa compresi.
Oggi si entrerà nel vivo della discussione. E accontentare tutte le parti in causa sarà impossibile. Nella «partita» entra in gioco anche il Napoli, che ha chiesto la concomitanza col derby della sua sfida con la Juve (al momento prevista sabato 23 alle 20.45) per non dare vantaggi a nessuno nella corsa ai posti Champions, a maggior ragione dopo l’eliminazione dall’Europa League che toglie agli azzurri la via più diretta per qualificarsi alla competizione più prestigiosa. Quindi la Lega dovrebbe spostare non una ma due gare, con le sicure proteste delle televisioni che vogliono sempre i big match negli orari con più spettatori. Di certo non di lunedì pomeriggio. E a spazzare via tutte le discussioni potrebbe intervenire la Prefettura, che già si ritrova a organizzare una finale di Coppa Italia con due settimane d’anticipo e non vedrebbe di buon occhio lo slittamento del derby. Anche considerando quanto accaduto all’andata fuori dall’Olimpico. Quindi se pure si dovesse decidere di giocare il lunedì, il fischio d’inizio dovrebbe restare alle 15 o, al massimo, alle 17 sfruttando la luce ancora presente.
Ai tifosi, come al solito, non ci pensa nessuno. Sono già 25.500 quelli che hanno acquistato un biglietto per la stracittadina, di cui 11mila romanisti, senza contare i 10.500 abbonati laziali. Quanti di loro potranno comunque andare allo stadio di lunedì?
Quanto alla Coppa Italia, chi ha voluto prenotare un posto all’Olimpico almeno era stato avvisato in partenza con un asterisco sul possibile anticipo al 20 maggio. Già venduti 40mila biglietti, 24mila dei quali ai sostenitori biancocelesti che ora possono comprare solo biglietti in Tribuna Tevere a 120 euro.