GASPORT (C.ZUCCHELLI) - In fondo, a molti romanisti Victor Ibarbo dovrebbe star simpatico soltanto perché l’ultima volta che ha affrontato la Lazio all’Olimpico è stato espulso per una reazione nei confronti di Lulic che gli aveva tirato la maglia. Era il 3 novembre dello scorso anno e si giocava di lunedì, proprio come succederà tra tre giorni quando il colombiano dovrebbe scendere in campo nel suo primo derby, per di più dal primo minuto.
DOLORE Il condizionale è d’obbligo però, perché il dolore al piede che Ibarbo si porta dietro dalla partita contro l’Udinese non è ancora scomparso del tutto e negli ultimi due giorni lo ha costretto ad allenarsi a parte senza forzare. Benedetto a questo punto, almeno per lui, il rinvio voluto da Lotito: con 27 ore in più a disposizione rispetto al previsto, Ibarbo potrà recuperare ed essere regolarmente a disposizione per giocare dall’inizio ed essere prezioso, come chiede Garcia, tanto in fase offensiva che difensiva.
BRUTTI RICORDI Per lui sarà un esordio, con la speranza che i brutti precedenti che lo legano alla Lazio (6 sconfitte su 7 incontri) siano archiviati da 90’ che per la Roma valgono un’intera stagione. Non solo: con i 3 punti la squadra avrebbe la certezza aritmetica del secondo posto e con i soldi sicuri della Champions per Sabatini sarebbe più facile discutere col Cagliari il rinnovo del prestito. La volontà di Ibarbo, d’altronde, è chiara e non è difficile immaginare perché: se i ricordi contro la Lazio non sono belli, anche quelli che lo legano alla Sardegna degli ultimi tempi non sono proprio il massimo. Ibarbo, col Cagliari retrocesso, non vuole scendere di categoria e il club sa che difficilmente troverà squadre disposte a spendere i 12.5 milioni di euro previsti dagli accordi con la Roma per il riscatto. Meglio lasciarlo a Trigoria, allora, sperando che la prossima stagione, a 25 anni, sia quella della sua esplosione.
TRE RUOLI La speranza del Cagliari è la stessa della Roma: a Trigoria sono tutti convinti che ci siano i margini per farlo diventare un giocatore importante, Garcia ci sta lavorando, coi compagni ha legato molto (soprattutto con De Rossi), ma la poca – per non dire nulla – capacità di inquadrare la porta pesa parecchio sul suo rendimento. I maligni dicono che «neanche Zeman è riuscito a farlo segnare» (appena 2 i gol col boemo in panchina, gli unici) ma la Roma è certa che la sua duttilità (può giocare esterno alto e basso e all’occorrenza anche punta centrale) possa diventare preziosa qualora la squadra riuscisse a trovare la quadratura del cerchio con un bomber di razza. In attesa di pensare a quello che sarà, comunque, a Trigoria si concentrano sul presente e visto che gli esami a cui è stato sottoposto al Bernardini hanno evidenziato come il dolore al piede sia soltanto di natura contusiva, Garcia si affiderà alla sua corsa e ai suoi mezzi fisici per mettere in difficoltà i difensori della Lazio. Sperando, visti i 120’ giocati mercoledì, che Ibarbo riesca a prenderli sulla stanchezza.