IL MESSAGGERO (A, ANGELONI) - Dove eravamo rimasti? Al ”sono Florenzi e risolvo problemi”. Qui non si tratta solo di risolvere problemi, qui ci troviamo davanti a un calciatore che non sa di essere un grande giocatore. O forse, lui lo sa e in tanti non lo ammetterebbero mai. Forse perché quando fa gol va a dare un bacio alla nonna, forse perché non si esprime con l’accento nordico, che fa tanto fico e intellettuale. Forse perché gioca ovunque e quelli che, dove li metti stanno, non vanno troppo di moda. Alessandro Florenzi conta i gol, quelli belli ad esempio: lo scorso anno con il Genoa, rovesciata, quest’anno il coast to coast senza avversari ma con il caldo che ti piegava la testa, poi mercoledì con il Sassuolo. Tre perle, più le altre tre di quest’anno che fanno mucchio: 5 in tutto. Da terzino, da attaccante. Tutto.
Ma lui che dice? Che conta la Roma. Ovvio, detto da un romano ci possiamo credere. Chissà che invidia gli amici del cuore come Bertolacci e Perin, che più o meno hanno la stessa età. «È una vittoria importante, serviva per il morale, serviva per tutti, per l'ambiente, per stare bene e finire la stagione al meglio. Continuiamo su questa strada,ma pensiamo partita dopo partita». Passiamo al gol: bellissimo e stancante. «Adesso sta succedendo spesso e questo mi fa piacere, però l'importante è che la palla finisca dentro. Anche se non segnavo io, la Roma vinceva lo stesso ed ero comunque felice. Questo aggiunge un po’ di felicità e di orgoglio per questa partita, per questi tre punti». L’abbraccio dei tifosi? «A volte i tifosi sono cattivi,ma quando riparti così in velocità e senti tutto il pubblico che vuole che tu continui, trovi le forze, anche se non so come starò domani mattina e dopodomani, però la partita per fortuna è sabato prossimo - conclude il giocatore giallorosso - Adesso testa subito al Milan e continuiamo con questo spirito, perché andremo avanti. Tifosi tutti riconquistati? Li avremo riconquistati quando arriveremo al secondo posto, che è quello che vogliamo noi e quello che vogliono loro». Gli arrivano complimenti da tutti, specie quelli di Nainggolan. «Grazie fra, ci sentiamo a mezzanotte». Fra è uguale fratello, mezzanotte perché scatta il compleanno del Ninja.