IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Questa rubrica non è squalificata, neppure in parte, perciò possiamo dirci la verità: un'intera settimana sulla vicenda degli striscioni e della squalifica è fuori dalla realtà. Come se il calcio non esistesse, come se la Roma non fosse impegnata in una rincorsa difficile e combattutissima per il secondo posto, che vuol dire Champions, soldi, investimenti, una piccola ipoteca sul futuro. Ci sono questioni di principio più importanti? Più della Roma stessa? Non credo e comunque non sono d'accordo. Abbiamo affrontato momenti più difficili, ingiustizie più gravi con la squadra nel cuore e i colori negli occhi. Se esistono recriminazioni, critiche, risentimenti anche legittimi, questo è il momento più sbagliato per farne la bandiera di un autolesionista sciopero del tifo. E, tra l'altro, la decisione di mantenere aperti la Sud laterale dà ragione a una parte degli abbonati e all'iniziativa sotterranea della società. Il punto vero è un altro ed è tecnico: perfino contro l'Atalanta, siamo in emergenza, per colpa di infortuni e confusione nell'organico. Bisogna stringere i denti, sperare in Totti e Garcia, fare gli scongiuri ed attendere i gol come la pioggia nel deserto. Non l'avremmo immaginato all'inizio, eppure è la realtà con cui dobbiamo fare i conti tutti assieme.