Roma-Napoli, sfida della grande paura

04/04/2015 alle 11:09.
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LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Il minestrone di paura e speranza verrà servito in tavola alle 12.30: «Vorrei che fosse una festa dentro e fuori, in nome di chi ama il calcio e di chi non c’è più. Però voglio battere Benitez », dichiara subito .

Fiori nei cannoni sì, amore universale pure, ma se giochiamo voglio vincere io. Concetto chiaro. In effetti non se ne può più di calcio malato, di ambienti tetri e criminogeni, di civiltà macchiate. Il settore ospiti dello Stadio Olimpico è stato aperto ai tifosi napoletani non residenti in Campania. Andranno allo stadio tutti insieme partendo dal punto di raccolta di Saxa Rubra, per qualcuno di loro sarà impossibile, avvicinandosi a Ponte Milvio, non pensare a Ciro Esposito, benché sia la terza volta che il torna all’Olimpico dopo i tragici eventi che precedettero la finale di Coppa Italia dello scorso anno. Da fuori è previsto l’arrivo di 500 tifosi (cifra da interpretare al rialzo), cui si aggiungeranno quel migliaio di napoletani residenti a Roma. La à è blindata, presidiato l’hotel dove alloggia la squadra di Benitez, quasi 2000 (come per Roma-Feyenoord) saranno gli agenti impegnati e peccato che James Bond sia andato via perché forse avrebbe potuto dare una mano.

Dietro questo gigantesco corpetto anti-proiettile, costruito per proteggere ogni cosa o persona si possa per mezza giornata associare, anche per approssimazione, al concetto di Roma, andrà in scena un evento calcistico decisamente molto più piccolo rispetto a ciò che trionfalmente si sognava mesi fa. Allora Roma e erano accomunate da un punto: non conoscevano il significato della parola delusione. Avevano un presente in cui star caldi e un futuro radioso cui abbandonarsi. Potevano addirittura puntare allo scudetto. Le cose, com’è noto, sono andate diversamente (almeno il ha ancora la Coppa Italia e l’Europa League). Più volte e Benitez, per una moltitudine di ragioni, si sono specchiati: non hanno mai visto abbastanza sorrisi, solo errori, gente che cadeva sul più bello, punti persi senza un motivo. Per questo nessuno dei due può garantire sul proprio futuro: in panchina sì, ma quale?

I numeri del 2015 sono l’antipasto indigesto del match: per quanto sia difficile da credere, negli ultimi cinque turni il è riuscito a fare meno punti della Roma (5 contro 6), benché prima della vittoria di Cesena la Roma fosse quint’ultima nella classifica del ritorno e con il secondo attacco più asfittico della serie A (7 reti con Palermo e Chievo), peggio ha fatto solo il Parma (3). E non vince in casa dal 30 novembre. Il (ritorno della semifinale di Coppa Italia con la Lazio) ci crede: «Concentrazione e maturità saranno le nostre armi per vincere, è una sfida , però anche un pareggio potrebbe tornare utile», dice Benitez che ha la rosa al completo (a parte Inler squalificato). Insigne torna dopo il , ma dovrebbe partire dalla panchina. Così come il lodatissimo (ieri da ) . La Roma, perseguitata dallo spettro della Lazio pronta al sorpasso, non avrà e . Si rivede Balzaretti e prende forma il debutto di dal 1’. Aprile, scriveva un tale, certo Eliot, è il mese più crudele perché mescola memoria e desiderio. Oggi, in un giorno del crudele aprile, vincerà chi desidera di più.