IL MESSAGGERO (L. BOGLIO) - È andato tutto liscio: poche decine di tifosi napoletani “isolati” sugli spalti dei distinti Nord Ovest aperti all’ultimo minuto per gli ospiti; tutt’intorno allo stadio il dispositivo della security con mille uomini in campo tra polizia e carabinieri a presidiare strade e vie d’accesso all’Olimpico che ha funzionato. Niente scontri, nessuna scaramuccia, nessun gesto isolato di qualche “cane sciolto” delle tifoserie opposte di Roma e Napoli che è venuto a contatto. Ma quei due striscioni apparsi ieri in Curva Sud durante il match contro la mamma di Ciro Esposito, il supporter azzurro ferito a morte il 3 maggio scorso in viale di Tor di Quinto, hanno comunque aperto una nuova ferita: parole dure come cazzotti. «Che cosa triste… lucri sul funerale con libri e interviste», il primo. «C’è chi piange un figlio con dolore e moralità e chi ne fa un business senza dignità. Signora De Falchi onore a te», il secondo, alludendo ad Antonio De Falchi, tifoso romanista ucciso a Milano nell’89. Striscioni non autorizzati, sfuggiti ai controlli e sui quali indaga la Digos.
«RAMMARICO» – «Un gesto che condanno fermamente e dal quale sono sicuro la maggioranza dei tifosi giallorossi si dissocerà rapidamente», ha commentato a caldo il sindaco Ignazio Marino al termine della gara, sottolineando la buona gestione dell’ordine pubblico. «Voglio fare i complimenti – ha detto - al prefetto Franco Gabrielli, al questore Nicolò D’Angelo e a tutti gli agenti e carabinieri. Grazie al loro prezioso lavoro l’afflusso e il deflusso degli spettatori allo stadio si sono svolti in un clima di massima sicurezza e serenità, senza disagi per il resto dei cittadini. A ulteriore dimostrazione che, tutte le volte che si mette in campo un intelligente lavoro di pianificazione, Roma sa farsi trovare preparata a gestire ogni tipo di grande evento. Resta un unico rammarico in questa bella giornata di sport – ha concluso il sindaco -: gli striscioni offensivi nei confronti della famiglia di Ciro Esposito e della città di Napoli».
IL PRE-PARTITA – Perquisiti, fatti salire su un bus dell’Atac e poi scortati fino all’Olimpico senza farli passare in viale di Tor di Quinto dove il 3 maggio è stato ferito a morte Ciro Esposito. Una trentina i tifosi del Napoli arrivati alle 12 alla stazione di Saxa Rubra, il luogo di incontro prefissato dalla questura per i supporter provenienti da altre regioni e non residenti in Campania, area di raduno super sorvegliata. I tifosi prima di salire sul bus che li ha portati sotto scorta allo stadio hanno esposto lo striscione “Ciro x sempre”. Lo stesso mostrato dopo sulle gradinate. Nessuno di loro ha potuto fare una sosta in quel quadrato di marciapiede dove Ciro venne colpito da un colpo di pistola. A ricordare la tragedia una sciarpa del Napoli, una pianta e una poesia affissa su un palo. «Qualcuno è venuto per portarmi in uno stadio dove la violenza non c’è tutto è azzurro come il mio Napoli», c’è scritto sulla pagina. Anche il viale è stato presidiato per tutta la giornata da blindati e pattuglie della polizia. Ai tifosi partenopei la trasferta era stata vietata. Solo quelli non residenti in Campania hanno potuto acquistare il biglietto. Molti di loro si sono mischiati ai sostenitori giallorossi, senza esibire sciarpe o magliette che li rendessero riconoscibili. Niente scontri, ma la ferita tra Roma e Napoli sanguina ancora.