GASPORT (D. STOPPINI) - Nuova Roma, nuovo Iturbe. Strana idea, come ti schiero centravanti uno che in 28 partite aveva fatto solo un gol. Pareva un azzardo, ma Rudi Garcia ha stupito così, ha sorpreso il Napoli scegliendo di illuminare la trequarti con una torcia orientabile piuttosto che con un palo della luce facilmente identificabile. Detto, fatto: il gol vittoria è nato da una giocata di Iturbe e da un movimento sul primo palo da centravanti vero. «L’avevamo provato, vuol dire che i giocatori mi ascoltano», ha scherzato Garcia. Vuol dire pure che un’occhiata ai libri di storia il francese l’ha data. Perché Iturbe centravanti non è nato sabato scorso. Non è nato neppure nelle due settimane di lavoro che hanno preceduto la sfida con il Napoli. Questa è roba di due anni fa, almeno.
RUDI COME DIAZ È storia del «Messi del Guaranì», o giù di lì. «Sì, è un ruolo che mi piace, l’ho già ricoperto in Argentina », dice lui. Che al River Plate tornò a riveder la luce, dopo aver assaggiato l’inferno con il Porto. Merito di Ramon Diaz, l’allenatore di quel River, che a Iturbe diede la licenza del campione. Un ruolo alla Messi appunto, tanto per dar retta a quel paragone pesante da portarsi dietro. Diaz schierò a lungo l’argentino da attaccante puro, per la verità non solo riferimento centrale, ma con libertà massima di espressione. E Iturbe tornò Iturbe: tre gol e un mare di assist, abbastanza per garantirsi un futuro in Italia.
REAZIONE Era una specie di ultima chance, quella lì. Ce n’è a sufficienza per leggere molte similitudini con l’Iturbe attuale, quello che a Cesena — meno di 20 giorni fa — era finito in panchina, fuori da qualsiasi rotazione, incalzato pure da un rientrante Ibarbo. E invece è avvenuto il ripescaggio: Iturbe in mezzo, un segnale di fiducia. Garcia ha avuto la risposta che cercava. Troppo poco per l’uomo che avrebbe dovuto spaccare il campionato. Una base di partenza, questo sì, per costruire un’altra Roma. Da Trigoria raccontano che uno degli uomini più colpiti dalla contestazione post Fiorentina fosse proprio l’argentino, sconvolto dagli insulti ricevuti. La reazione c’è stata, l’impegno in allenamento ha convinto Garcia a lanciarlo titolare, a costruirgli addosso una situazione di gioco che fin qui, con la Roma, si era vista solamente a tratti: qualche minuto nella trasferta di Udine, un altro scampolo di partita contro l’Empoli, poi nulla più.
FUTURO Se il Napoli avrà davvero rappresentato una svolta per Iturbe, lo dirà il tempo. Di sicuro c’è che Garcia pare orientato a voler ripetere l’esperimento tattico anche nel prossimo futuro. Iturbe ancora attaccante puro: dipenderà dal tipo di partita, ma non saranno solo l’assenza di Totti o la scarsa condizione fisica di Doumbia a far pendere da qui in avanti la bilancia verso l’argentino. Che adesso ha 9 partite di tempo per costruirsi un futuro tutto giallorosso. Perché in giro per l’Europa gli amatori non mancano, dall’Inghilterra c’è chi giura di un Liverpool pronto a convincere la Roma alla cessione. Ma a Trigoria hanno in testa altre idee: Ljajic e Lamela sono esplosi solo alla seconda stagione, ecco l’esempio da seguire. Il resto l’ha fatto un colloquio con il d.s. Sabatini, che ha tranquillizzato l’attaccante: «Hai la fiducia di tutti noi, libera la testa e tira fuori quello che hai dentro», il messaggio spedito all’argentino. Che ha aperto, letto e risposto.