ASROMA.IT (T. CAGNUCCI) - Quarantadue minuti e quarantasette secondi di Roma-Broendby. In rima. O a coppia, come un cartone animato dei Superboys e di Holly e Benji, si avventano sul pallone Rudi Voeller e Ruggiero Rizzitelli. Non si sa chi tira, non si sa chi prende il pallone, l'uno o l'altro o tutte e due insieme, come la fotografia che immortala la borraccia fra Coppi e Bartali (chi l'ha passata a chi?). Ma siccome poi al 42' e 48" lo stadio scoppia, vola e s'innamora è il Tedesco che ha fatto la mezza girata che ha rigirato la partita, la qualificazione, la semifinale, la Coppa Uefa, tutto lo stadio.
Perché in quel Roma-Broendby del 24 aprile 1991, semifinale di ritorno della Coppa Uefa per club (andata a Copenaghen 0-0) in quel momento c'è stato uno dei boati più grande mai fatti in uno stadio. La Roma attaccava, la Sud cantava, la Roma segnava nel primo tempo con Rizzitelli, poi il Broendby per un'autorete di Nela pareggia. La Roma attaccava e la Sud cantava di più, ma non segnavamo. Giocavamo alla grande ma non segnavamo, fino a quel momento. Fino a una percussione di Pellegrini, un colpo di testa di Berthold, un tiraccio al volo di Desideri ribattuto da Super Peter Schmeichel proprio sui piedi di Voeller e Rizzitelli, anzi di Voeller e di ogni romanista. Gooool.
Alicicco entra in campo ad abbracciare i suoi ragazzi, Nela ha le braccia al cielo e lo sguardo estasiato di un San Sebastiano non sofferente ma finalista della Coppa Uefa. Quella partita lì è anche quella di "Il mercoledì a noi l'Europa a voi Twin Peaks"; è quella dei fumogeni alternati gialli e rossi per tutto lo stadio, ma è soprattutto quella di quel boato. Gol. La Roma è in finale di Coppa Uefa.