IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Sei minuti di gioco e Roma in vantaggio. Gol di Doumbia. Chiiiiii???? Sì, proprio lui: Seydou Doumbia. Titolare per caso, ma non a caso protagonista. Cross dalla destra di Pjanic e colpo di testa vincente dell’ivoriano, schierato in extremis dal primo minuto al posto dell’infortunato Seydou Keita (poi utilizzato: mah...). Girandola di Seydou dopo il riscaldamento e Roma subito avanti. Un gol da centravanti vero per un attaccante che fino al sesto minuto della partita di Reggio Emilia non aveva dato segnali di vita (sportiva). Inguardabile, impresentabile, fuori condizione, fuori da tutto. Poi, come spesso capita nel calcio, ecco l’imprevedibile: il più criticato, il più contestato alla prima palla buona della sua avventura nella capitale segna un gol tanto bello quanto importante. Per lui, certo, ma anche per la Roma. Ed è stato molto significativo l’abbraccio che tutti i compagni gli hanno regalato dopo aver visto che la palla era terminata alle spalle del non innocente Consigli. Lui, a dire il vero, non ha esultato più di tanto, mostrando il volto tirato anche dopo il suo primo centro in Serie A.
LA SCELTA - Doumbia in campo e (non solo) Totti in panchina: una scelta che, prima del fischio d’avvio di Mazzoleni, aveva dato il la ad un robusto dibattito, ma che dopo sei minuti di gioco era stata già considerata azzeccata. Garcia, in fondo, se l’è rischiata, perché dovendo mettere dentro al volo una punta non ha scelto né Ljajic, né Iturbe e neppure Totti. Spazio a Doumbia, come era accaduto a Cesena. E, come per magia, la Roma è tornata a segnare con una punta su azione, cosa che non accadeva dal 22 febbraio, partita di Verona contro l’Hellas, gol di Totti. E, con il contestato Seydou in campo dal primo minuto, la Roma è riuscita a segnare in fretta anche il secondo gol, straordinario, con Florenzi, autore di un’autentica prodezza. E la prestazione dell’Elefante meno reclamizzato? A piccoli passettini, cercando di dar fastidio al Sassuolo e, trovando, a dire il vero, scarsa collaborazione da parte del suo connazionale Gervinho, tanto, troppo addormentato prima dell’assist-gol a Pjanic. La sensazione, netta, che Doumbia non abbia ancora nelle gambe l’intera partita, che la condizione non sia ancora perfetta: e la conferma è arrivata a metà ripresa quando Garcia l’ha richiamato in panchina, sostituendolo con Yanga Mbiwa. Ma il suo, per la prima volta, Seydou l’aveva fatto.