Due anni a Genny ‘a carogna. Ma non andrà in carcere: ora l’appello al Tar sul Daspo

30/04/2015 alle 14:14.
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CORSERA (F. FIANO) - «Anarchico capobranco, istigatore di faziosi violenti, fomentatore degli istinti primordiali ed estraneo alla societas civica». Il profilo di Gennaro De Tommaso, Genny ‘a carogna, fatto nell’ordinanza di arresto di settembre si è tradotto ieri in una condanna a due anni e due mesi di carcere in primo grado (conteggio già ridotto di un terzo come previsto dal processo con rito abbreviato).

Il 38enne protagonista del discusso prepartita di - , finale della Coppa Italia del 3 maggio scorso, è stato riconosciuto colpevole di resistenza aggravata a pubblico ufficiale per aver cercato di fronteggiare il cordone di polizia lungo il percorso verso lo stadio e per essersi seduto a cavalcioni sulla cancellata della curva Nord. È questa la trattativa con il capitano del , Marek Hamsik, che diede la sua parola sul fatto che Ciro Esposito non fosse morto, e fu quindi «autorizzato» a giocare. Assolto invece dall’accusa di istigazione alla violenza per aver indossato la t-shirt «Speziale Libero» e dal lancio di fumogeni, il capo ultrà non andrà in carcere anche se la condanna diventasse definitiva (ha già scontato sei mesi ai domiciliari).

Anzi, ha buone possibilità di successo l’appello al Tar contro i 5 anni di Daspo che sta scontando. «De Tommaso è il capro espiatorio perfetto per coprire le falle del piano di sicurezza — dice l’avvocato Giovanna Castellano — Un video mostra che scavalcò la balaustra solo dopo essere stato autorizzato. Faremo appello anche su questo ». Condannati a un anno e otto mesi altri tre ultrà per concorso in resistenza aggravata. Il vice di De Tommaso, Massimiliano Mantice, sarà processato con rito ordinario.