GASPORT (M. CECCHINI) - La forbice, in effetti, è davvero ampia. Pensateci. Esattamente 11 giorni dopo che Khouma El Babacar era nato (il 17 marzo 1993), Francesco Totti esordiva in Serie A. Il ragazzino giallorosso aveva 16 anni e quel giorno di marzo non si aspettava divenisse così particolare. In qualche modo, 22 anni più tardi, anche questo marzo comincia ad assumere l’aspetto di un momento di svolta per il capitano della Roma. L’Europa, per lui, è un giardino che nelle ultime stagione gli era mancato. Per questo, dopo averlo ritrovato, non vorrebbe perderlo di nuovo, e soprattutto per mano di quella Fiorentina che già qualche settimana fa gli aveva rubato la possibilità di correre per la decima Coppa Italia.
STELLA UEFA Tra l’altro, proprio pochi giorni fa Totti è stato omaggiato dalla Uefa con un video celebrativo dei suoi gol continentali più belli. Di sicuro quelli segnati nella attuale Champions, prima della eliminazione, non sono stati banali. Al Manchester City in contropiede e al Cska Mosca su punizione sono state due realizzazioni che hanno aperto il cuore alla speranza del passaggio del turno, prima che la realtà facesse ripiegare la squadra di Garcia sul gradino inferiore. Stavolta, però, il numero dieci giallorosso cerca il primo gol europeo casalingo della stagione, e mai momento sembra essere più propizio, visto la crisi che azzanna l’attacco della Roma.
ANEMIA I numeri infatti sono chiari: in questo scorcio di 2015 i giallorossi hanno realizzato 15 reti in 16 partite disputate. Di questo magro bottino, due sono stati firmati proprio da Totti, e non una partita come le altre, visto che si trattava del derby. Da quel momento, però, il capitano giallorosso non ha più segnato all’Olimpico, e il digiuno adesso ha superato i due mesi. Insomma, un motivo in più per riprendere la marcia, senza contare come in fondo alla strada ci sia per lui una eterna sfida con se stesso. Il motivo è noto: tra poco più di 15 mesi scadrà il suo contratto e non è un mistero che la volontà del giocatore sia quella di prolungarla ulteriormente per avvicinarsi a quota 40 anni. Dal punto di vista del marketing e del merchandising sarebbe senz’altro un affare, sotto l’aspetto tecnico l’ultima parola spetterà alla dirigenza o all’allenatore del momento (ancora Garcia?). Totti vorrebbe che, quando si siederanno a tavolino, a parlare per lui, più che l’affetto dei tifosi, fossero i numeri. E basta. Perciò l’esito della attuale Europa League non sarà una tappa senza importanza all’interno di questo percorso. La Fiorentina è avvisata.