Senza Pizarro Viola appassita. Così la Roma può rifiorire

13/03/2015 alle 09:00.
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GASPORT (F. LICARI) - Rotto no, ma qualcosina s’è incrinato nel meccanismo della : si può dire che lo 0-4 con la Lazio non era stato un caso, ma un avvertimento. Qui è bastata l’uscita di Pizarro – in una squadra-orchestra nella quale i protagonisti di solito sono intercambiabili – per svoltare negativamente e cedere gioco, occasioni e gol a una Roma imbarazzante per oltre mezz’ora. Come nei filmacci in cui il cattivo ha la pistola puntata sul nemico ma comincia a parlare, parlare, parlare finché non si fa disarmare. Alla fine l’1-1 è giusto: addirittura per i giallorossi c’è un rigore contestato e sbagliato da (ma si potrebbe dire anche parato da Neto, sempre più bravo e decisivo). E a proposito di mosse-partita: l’uscita di è l’altra chiave, decisiva questa, per la Roma, che così può affidarsi alla regia di senza avere due play a pestarsi i piedi, reagendo meglio al possesso e al movimento viola. Un pari che lascia intatte le percentuali di qualificazione, anche perché all’Olimpico la Roma da tempo non combina niente di buono. Certo che la caduta di gioco della , dopo mezzora incantevole, qualche dubbio lo lascia.

ILLUSIONE VIOLA E lo lascia perché non può bastare il k.o. del cileno, poco prima della pausa, per giustificare il pessimo secondo tempo. Memore del successo nei quarti di Coppa Italia, con un 3-5-2 che aveva schiantato i giallorossi, Montella abbandona la difesa a 4 e s’impadronisce del centrocampo. Non si pensi che sia solo tattica: no, sono il gran movimento dei protagonisti, l’assenza di punti di riferimento e poi la velocità in attacco a impressionare. Ma il tecnico c’entra, quando vedi il modo in cui la Roma è messa al tappeto: mentre non sa cosa fare, la ha già piazzato una linea mobilissima (Joaquin, Ilicic, Valero e Alonso) dietro che rientra oppure galleggia aspettando che un trequartista affondi.

SOLTANTO DUE TIRI I pericoli arrivano soprattutto dalla fascia destra dove l’asse Ilicic-Joaquin, con la partecipazione speciale di Valero (che interpreta il ruolo di mezzala-trequartista come nessuno), fanno sfracelli. E poi c’è anche un secondo copione tattico, ancora più produttivo perché ne scaturisce l’1-0: chiudersi, approfittare degli inciampi della Roma, e ripartire nelle praterie con e Ilicic. C’è però un problema: la fatica a segnare, anzi a trovare la porta. Alla fine i tiri su Skorupski saranno soltanto due: il gol di Ilicic, su azione di innescato dall’erroraccio di ; e un tiro da fuori di Badelj. Insomma, la gran manovra, bella da vedersi, avrebbe avuto bisogno di Gomez, o Babacar, o al limite Gilardino.

SVOLTA Questo problema dà una bella mano alla Roma che era invece nelle condizioni ideali per ricevere il colpo del k.o.: intanto , confuso di suo, parte col , all’8’ passa al per mettere su Pizarro ma impoverendo di più la difesa, e all’11’ si trasforma in 4-3-1-2, modulo più logico ma che costringe , una punta, a sfiancarsi in marcatura sul cileno. Che senso ha tutto ciò? Poi: le condizioni preoccupanti di , autore di due errori che consegnano i contropiede alla . Infine dopo 26’ l’uscita per infortunio dello stesso e . Pronti per il massacro? Invece no: la Roma si compatta su , aggiusta le geometrie e, poco dopo, esce Pizarro. Con la conseguenza che la non si ritrova più, Badelj play non è la stessa cosa, e per poco la Roma non vince. Spreca il primo pari con il rigore di , poi lo aggancia su angolo di e colpo di testa di , i due migliori, proprio come con la .

SEMPRE IN EUROPA… Segna sempre la , 13 volte nelle ultime 14 partite di coppa, ma continua a non vincere nei derby: questo è il terzo pari, con due sconfitte. E anche la Roma conferma i suoi recenti indicatori: in Europa ha sempre subito gol nelle ultime 21 partite (42 centri), ed è all’undicesimo pari nelle ultime 17 gare post-. Di più: sembra dimenticarsi del centro-sinistra dove lascia solo l’Holebas di turno, rischiando tantissimo. Una al massimo avrebbe continuato nell’aggressione e stravinto, questa può temere l’eliminazione.