CORSERA (G. PIACENTINI) - Con la maglia della Fiorentina aveva mostrato sprazzi di classe ma poca continuità. Con quella della Roma, Adem Ljajic sembra aver trovato anche quella e si sta avvicinando molto ad essere quel calciatore che a Firenze aveva solo fatto vedere di poter diventare. L’esclusione dalla formazione titolare di domenica scorsa contro il Chievo, forse, si può spiegare con l’esigenza di Rudi Garcia di averlo al massimo domani sera nello stadio in cui è cresciuto e in cui ha già fatto gol ai suoi ex compagni e al suo ex allenatore Montella.
È successo il 25 gennaio: Ljajic ha segnato, consentendo alla Roma di non perdere, e poi ha mantenuto la promessa di non esultare. Anche nello scorso campionato è stato decisivo, con l’assist per il gol di Nainggolan che regalò i tre punti alla formazione giallorossa. Quello però era un Ljajic diverso, più genio e sregolatezza e meno al servizio della squadra: «È un diamante grezzo, ma mi ricorda Hazard» disse di lui Garcia, che il belga lo aveva allenato al Lille. Quella che ieri sembrava una provocazione oggi è diventata realtà, e non solo per i 9 gol (8 in campionato e 1 in Europa League) stagionali che ne fanno il capocannoniere della squadra. Adem è cresciuto tanto da attirare l’interesse di molti club europei: per questo la Roma da tempo sta provando a togliere dal suo contratto la clausola (di poco superiore a 25 milioni) inserita al m o m e n t o dell’acquisto dalla Fiorentina.
D o m a n i Ljajic proverà a farsi rimpiangere ancora di più dalla sua ex società, e forse non è un caso che stasera ci sarà sempre lui in conferenza stampa al fianco di Rudi Garcia, che gli affiderà le chiavi dell’attacco, vista la probabile assenza di Totti e le condizioni ancora precarie di Doumbia. Il capitano ieri ha svolto un allenamento differenziato: la convocazione non è a rischio, ma partirà dalla panchina.