Papà De Rossi, amore eterno

19/03/2015 alle 08:43.
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IL TEMPO (E. MENGHI) - Padre e figlio hanno lo stesso sangue, ma non è detto che abbiano anche lo stesso futuro. Alberto e Daniele De Rossi fanno parte della famiglia Roma da quasi vent’anni e il primo, alla guida della Primavera giallorossa dal 2003-04 (ma già da tempo nel settore giovanile di Trigoria), ha scelto di continuare la sua carriera nella capitale per almeno altri 3 anni: ieri è arrivato l’annuncio della firma fino al 2018. Per il centrocampista è tutto ancora da scrivere, il ricco contratto che fa tanto discutere scadrà nel 2017, un anno prima di quello del padre allenatore. I loro destini potrebbero dividersi prima, se qualche sirena di mercato dovesse convincere club e mediano, ma questa è un’altra storia. Quella da raccontare dopo il rinnovo di Alberto è lunga e arricchita di successi, traducibili in trofei, ma anche e soprattutto in talenti lanciati nel mondo del professionismo. Nella sua prima Primavera c’erano Daniele Corvia, Gianluca Curci, Alessio Cerci, Daniele Galloppa, Leandro Greco, Aleandro Rosi, oltre a parte del gruppo dei classe ’84 con cui aveva vinto lo scudetto Giovanissimi Nazionali nel 1999. Il più forte di quella nidiata lì, però, era stato mandato a giocare in prestito alla Triestina: era Alberto Aquilani.

La prima Roma di vinse il girone D, ma uscì ai quarti di finale contro l’Inter di Daniele Bernazzani, quella di Andreolli e Meggiorini per citare due volti noti della A. L’anno dopo andò decisamente meglio e, mentre la prima squadra cambiava 5 allenatori in un anno salvando la pelle alla penultima giornata, la Primavera giallorossa - con un Okaka in più - si aggiudicò uno scudetto che mancava da 15 lunghi anni, grazie a un’impresa in finale contro l’Atalanta. Fu il primo trofeo messo in bacheca da . Seguono lo scudetto del 2011 (Varese battuto in finale), la Coppa Italia del 2012 nell’Olimpico prestato dai grandi e una Supercoppa Primavera (sempre nel 2012, contro l’Inter). Il Viareggio non l’ha mai vinto, ma quest’anno si corre per tre obiettivi e uno ha il sapore d’Europa. La Roma baby è in testa al girone C con 46 punti, come il Bari e 2 in più della Lazio che sfiderà anche nella doppia finale di Coppa Italia, e soprattutto è arrivata a tagliare il prestigioso traguardo della semifinale di Youth League, battendo martedì scorso a Latina il Manchester di Vieira.

Il 10 aprile ha appuntamento col Chelsea a Nyon, nel mirino c’è la finalissima del 13, sempre in Svizzera. Un sogno che sta prendendo forma per la Cenerentola della manifestazione, così poco abituata a confrontarsi con il palcoscenico internazionale, così brava a dimostrare una crescita tattica e mentale nel momento in cui serviva di più. È la Primavera di Verde, salito in prima squadra e trattenuto gelosamente da , che invece presta volentieri a il più caro Sanabria. Pellegrini, Calabresi e Marchegiani sono saltuari frequentatoti della panchina dei grandi e c’è un Jr che non è niente male. Il vivaio giallorosso è florido e viaggia nel segno della continuità.