GASPORT (D. STOPPINI) - No, questo record no. Non ci tiene davvero nessuno, Rudi Garcia per primo, che non a caso ha sussurrato: «Tutte le strisce, positive e negative, hanno una fine. Per noi giocare davanti alla Curva Sud deve essere un vantaggio, una motivazione in più, non certo un’inibizione». È che questa serie im barazza la Roma: 6 partite di campionato senza vitto ria all’Olimpico. I tre punti mancano dal 30 novembre. A un passo dal baratro: un’altra «nonvittoria» vor rebbe dire eguagliare il pri mato negativo del 1992 1993. Altra epoca: la Serie A era a 18 squadre, la vitto ria valeva ancora 2 punti. Dunque, era un passo falso ma poi mica tanto. I pareggi di oggi, invece, hanno fatto scendere la Roma dal treno scudetto e hanno piazzato la truppa di Garcia su quello successivo, in corsa giusto per il secondo posto in classifica.
DA SINISA A SINISA - Ora c’è la Sampdoria, chissà se i conti cominceranno final mente a tornare. C’è la squadra di Sinisa Mihajlovic: oggi avversario, una volta protagonista con la maglia giallorossa, proprio in quel 1992 93. L’allenatore era Boskov: la Roma vinse l’ultima gara il 28 febbraio (21 alla Juventus), poi mise insieme sei pareggi e una sconfitta fino a fine campionato. Corsi e ricorsi: era l’anno dell’esordio in campionato di Francesco Totti, che stasera partirà dalla panchina dopo aver smaltito l’affaticamento al flessore che gli ha fatto sal tare la sfida di Firenze. Ventidue anni dopo, riecco l’incubo Olimpico. Le parole di Garcia non sono casuali. Perché è un fatto che le poche presta zioni positive del 2015 della Roma siano arrivate fuori casa. È un fatto pure che gli unici minuti buoni di un match al l’Olimpico, in tempi recenti, sono stati quelli finali contro la Juventus, nel momento in cui la squadra si era liberata del peso di un risultato quasi come promesso, giocandosi il tutto per tutto con la testa libera.
QUEI SINTOMI - Battere la Sampdoria, in fondo, vorrebbe dire quasi chiudere un cerchio. All’andata una Roma ancora tra mortita dalle sette reti subite (in casa!) dal Bayern Monaco, trovò il modo di addormentar si un po’ più morbida sul cuscino con uno 0-0 carico pure di qualche rimpianto. Pareva un sollievo, quel pareggio, il pri mo in assoluto del campiona to. A rileggerlo oggi, forse era no solo i primi sintomi della pareggite, la malattia che ha colpito la Roma più avanti. So lo che a Firenze qualche segnale di guarigione s’è intravisto. Di sicuro l’1-1 è servito a favorire un approccio positivo alla gara di stasera, che vale un’occasione d’oro considerata la sconfitta del Napoli a Ve rona. E allora i tre punti servo no più del solito. Servono per la classifica. E pure per non mettere il cappello su un primato di cui certamente nessuno, a casa Roma, andrebbe fiero.