CORSERA (R. PERRONE) - Generosa Madama. Ancora una volta la Juventus decide di non chiudere completamente il campionato. Il calcio è bello perché è paradossale: dopo aver imposto la propria superiorità tecnico-tattica, in vantaggio di un gol e di un uomo, la squadra di Allegri gioca peggio quando ha tutte le carte in mano per scivolare a più 12 e finirla qua. Certo il pareggio è uno dei due risultati previsti prima della spedizione all’Olimpico, ma il modo in cui la Juventus si fa raggiungere — ancora un gol su calcio piazzato, il terzo nelle ultime quattro gare — e l’atteggiamento finale della squadra, un po’ intimorita, non sono segnali positivi. Però il risveglio della Roma (al sesto pareggio consecutivo in casa, ultima vittoria 30 novembre 2014, Roma-Inter 4-2) è tardivo e se inorgoglisce il gruppo e può servire da corroborante per il futuro, non cambia la situazione. Mancano 13 giornate alla fine, i punti di distacco sono 9, anzi 10 considerando gli scontri diretti favorevoli.
Missione compiuta, quindi, per Madama, anche se manca il senso di completezza a una partita perfetta per 75’. Fa tutto la Juventus. Avvio blando, poi un primo tempo in cui la capolista appare più quadrata e solida, malgrado le assenze di due giocatori chiave come Pirlo e Pogba (in panchina), avventurandosi con qualche pretesa in più dalle parti di De Sanctis. Sicuramente la retroguardia della Roma (schierata come a Rotterdam, 4-2-3-1) è messa più sotto pressione di quella bianconera. La Juve costruisce almeno due azioni da gol. La prima con Pereyra che lancia Morata, salvataggio di Manolas, la seconda con Evra che taglia con il suo cross l’area senza trovare nessuno per la deviazione. Madama è venuta qua con l’intenzione di portare a casa uno dei due risultati a disposizione e il primo imperativo è sbagliare il meno possibile, non favorire la Roma in nessun modo, chiudere tutti i varchi. E poi si vedrà. Chiellini, sui calci piazzati sempre presente in area, in questa occasione non si avventura mai nell’area giallorossa, ma sta di guardia, a prevenire un eventuale contropiede. La Juventus si chiude benissimo e quando ne ha l’opportunità ribalta l’azione. Con pochi uomini. La Roma appare banale e poco fantasiosa, Totti cerca qualche apertura, ma in generale, dopo 45’, i giallorossi si ritrovano senza tiri in porta.
E anche all’inizio del secondo tempo la Juventus riparte più concreta, con un contropiede Tevez-Vidal che porta il cileno a un sinistro di poco fuori. Al 18’ la Roma resta in 10 per l’espulsione di Torosidis (secondo giallo per fallo su Vidal) e sulla punizione Tevez mostra la sua perizia balistica, non inferiore a quella di Pirlo. Sul più bello, il meccanismo bianconero si inceppa. Con la Roma allo sbando, Madama manca di chiudere la partita che si riapre con l’uscita dei totem De Rossi e Totti e con gli ingressi di Iturbe e Florenzi, bravi, ma soprattutto per l’insipienza bianconera sulle palle ferme. Al primo tentativo, sempre con Florenzi in battuta, Buffon devia il colpo di testa di Manolas; sul secondo Keita vince il duello con Caceres e infila il portiere, poi perfetto in un’uscita su Gervinho lontano dalla rete. Per la Juventus non un finale degno dei primi 75’, magnifici, considerando anche le assenze di Pirlo e Pogba. Però l’ostacolo è superato. Non è tutta discesa, ma quasi.