IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Il mezzo giorno di fuoco è stato spostato di qualche ora, intorno alle 17. Garcia era a Firenze per la consegna della Panchina d’oro e i giocatori a Trigoria con i vice di Rudi. L’allenamento era appena terminato quando il tecnico della Roma si è materializzato. Come annunciato, ha scambiato due parole con i suoi giocatori (una mezzoretta e senza dirigenti presenti), cosa che avviene normalmente alla ripresa del lavoro, in special modo quando le partite sono come Chievo-Roma. Ovvero «inquietanti». Intanto l’allenatore ha spiegato al gruppo che non voleva scaricare nessuno e che le dichiarazioni post Bentegodi dovevano solo servire a definire un problema, che al tecnico proprio non va giù e nemmeno riesce a spiegarsi: perché durante le partite non si riescono a riprodurre le giocate che si fanno in allenamento? Credete nella Champions quanto ci credo io? Dimostriamolo. In sintesi il suo discorso alla squadra. Che le risposte ce le ha: i giocatori, gran parte, non stanno sulle gambe, la condizione atletica è insufficiente, quella tattica è ridotta al minimo. Quindi nessuno spunto, nessun cambio di passo, nessun guizzo, zero idee di riserva. E la classica situazione in cui i calciatori sembrano scarsi e l’allenatore (sembra) incapace. Non sarà così ma i numeri sono pessimi. La Roma non sa più offendere, non tira in porta, è innocua. La pareggite, ormai, è diventata un marchio di fabbrica. E’ vero che la Roma è imbattuta da 15 giornate ma ha fatto “x” otto volte nelle ultime nove partite di campionato, undici in totale. Solo Sampdoria (12) ed Empoli (14) hanno fatto peggio. I giocatori poi non si spiegano nemmeno il mercato di gennaio, con l’arrivo di calciatori al momento inutilizzati. Ma questo forse non se lo spiega nessuno.
IL DIETRO-FRONT Garcia ha capito che forse domenica aveva un po’ esagerato, ieri ha fatto una specie di inversione a U, prima di riprendere il treno da Firenze a Roma, chiedendosi tra le altre cose il perché non sia arrivato dietro Conte per la Panchina d’oro (secondo Montella, Rudi terzo). «Accuse alla squadra? Avete capito molto male». Ma la delusione, anche il giorno dopo, era identica. Deluso dalla squadra, deluso dalla sua incapacità di reagire. Garcia comunque non ha intenzione di mollare, questo ha riferito al gruppo, e non vuole che nessuno lo faccia, perché i giocatori dovranno dimostrare di avere la stessa sua voglia. «Ero deluso, non arrabbiato. Mi sono svegliato come sempre, carico e motivato. Mi aspetto di più da tutti, non da un singolo. So cosa possono fare i miei calciatori individualmente e come squadra. Mi aspetto che la squadra si esprima al suo livello», dice Garcia da Coverciano. «Il mio futuro? Parlate di quello che volete. Io ho sempre detto che a Roma sto bene e voglio entrare nel nuovo stadio. A meno che i lavori non finiscano tra un anno, credo che dovrete sopportarmi ancora un po’. Lo scollamento con la società? Siamo molto uniti. Bisogna fare meglio e di più, abbiamo subito l'opportunità per riuscirci. A volte bisogna aspettare una settimana dopo una brutta partita, invece torneremo subito a giocare. Giovedì ci aspetta una grande gara a Firenze, ma l'obiettivo principale è la qualificazione alla prossima Champions. Siamo secondi in classifica e vogliamo restarci».