IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Leggi Sampdoria e intravedi invece sprazzi di Roma. Da chi c’è stato (Okaka e Mihajlovic) a chi avrebbe voluto/potuto esserci (Ferrero), chi c’è passato di nascosto (Romero), chi tornerà (Romagnoli) e coloro che ci sono nati (De Silvestri e Marchionni), esiste una linea sottile che lega Roma e dintorni con Genova blucerchiata.
SINISA, EX AL VELENO - Se il presidente Ferrero, romano e romanista, si è già augurato alla fine della gara di «poter cantare Grazie Roma, ma per i tre punti presi all’Olimpico», chi certamente non canterà la canzone di Venditti, è Mihajlovic. Arrivato nell’estate del 1992 a Trigoria, dopo aver vinto la coppa Campioni con la Stella Rossa, nel suo passaggio in giallorosso non ha lasciato traccia. Molto meglio con la Lazio, dopo 4 anni alla Sampdoria, con la quale vince anche uno scudetto. Lingua tagliente, quasi quanto i suoi calci di punizione, cerca e trova la polemica con Totti nel 2008 («Per me non esiste più, non è venuto a giocare la mia partita d'addio al calcio e gli ho tolto il saluto») con il quale, dopo altri round («Per come sta ora era meglio se giocava, certo se poi rompe le palle agli arbitri allora è meglio che non gioca», nel 2011) si riconcilia. Sinisa ama spesso ricordare come praticamente fu lui a farlo esordire in serie A: «Dissi a Boskov di convocarlo, poi a Brescia quando vincevamo 2-0, gli consigliai di farlo entrare». Lo scorso 20 febbraio, la scelta del club di dedicargli un tweet d’auguri per il compleanno viene mal digerita dai tifosi giallorossi che non dimenticano il suo atto di fede («Sono laziale dentro»), nonostante in seguito abbia dichiarato che allenerebbe «senza problemi la Roma» e che «Totti insieme a Baggio è il più grande calciatore italiano degli ultimi 30 anni». Tifosi della Lazio sono anche Marchionni e De Silvestri (anche se la sua famiglia prima che Lorenzo diventasse un professionista, tifava Roma) mentre giallorossi sono Okaka e Romagnoli, pronto a tornare in estate a Trigoria.
SEDOTTO E ABBANDONATO - Chi c’è già stato di passaggio è Romero. Nascosto per una settimana nel centro sportivo ai tempi di Luis Enrique, Sabatini trovò con lui l’accordo evitando però di mettere nero su bianco. Poi dopo aver dichiarato, bluffando, che la Roma aveva preso Kameni, il ds riuscì a convincere in extremis l’Ajax per Stekelenburg e l’argentino venne girato, guarda caso, alla Sampdoria.