LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA/M. MENSURATI) - Il pasticcio della Fondazione mutualità è già sotto la lente dei magistrati. È il cuore dell’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli all’indomani della pubblicazione della telefonata a Claudio Lotito registrata dal dg dell’Ischia Pino Iodice, in cui si fa riferimento anche alla possibilità, per la Lega Pro, di ottenere un anticipo di cassa sui progetti da finanziare. Il pool che si occupa di reati connessi alla manifestazioni sportive, composto dai pm Stefano Capuano, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri, con il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, vuole far luce anche sul meccanismo che regola il funzionamento della Fondazione e soprattutto l’elargizione dei fondi per la mutualità previsti dal decreto legislativo 9/2008, cioè la legge Melandri. Che destina il 4% dei ricavi dei diritti tv al finanziamento di investimenti nei settori giovanili e nella sicurezza delle strutture sportive: ha vincolato cioè questi fondi, derivanti da contratti privati, a un interesse pubblico, quello di crescita del movimento sportivo, nell’ottica di innescare un meccanismo premiale per i progetti meritevoli di finanziamento, anche di discipline non calcistiche. E ha previsto perciò la “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”, che però, come rivelato ieri da Repubblica, ha cominciato a riunirsi solo dal 2013 e che finora ha tradito lo spirito della legge, dal momento che i soldi sono stati distribuiti sempre in parti proporzionali agli enti interessati (Serie B, Lega Pro, Lega Nazionale Dilettanti, Lega Basket, Coni). Una ulteriore cassa per le grandi leghe e non per i progetti concreti.
LA DIVISIONE NEL 2014 Quanti fondi sono stati elargiti nell’ultima stagione? Parliamo di 37,3 milioni. Una fetta importante del monte dei diritti televisivi. Attribuiti così: 19,8 milioni ai progetti della Lega di B; 3 milioni alla Lega Pro; 9 milioni alla Lnd; solo 900mila euro alla Lega Basket/Federazione Italiana Pallacanestro; 4,6 milioni ai progetti del Coni. La delibera di attribuzione è del 3 giugno. Una missiva, datata 5 giugno 2014 e indirizzata ai presidenti delle Leghe interessate, invita i destinatari a fornire le coordinate bancarie al tesoriere: i fondi dunque transitano dalla Fondazione ai singoli Enti, che poi li divideranno fra le società.
IL CASO LEGA PROJECT Che lo spirito della norma fosse diverso, si può dedurlo dalla procedura avviata un anno fa dalla Lega Pro. Il 17 febbraio 2014 una circolare ai presidenti della vecchia Serie C chiede di informare sulla esistenza di progetti sulle infrastrutture e della relativa ricaduta sul territorio. Pone come condizione qualificante all’erogazione il cofinanziamento delle società interessate. La prima intenzione, dunque, non è di distribuire contributi a pioggia, ma di premiare progetti reali e di sostenere i club che investiranno anche propri capitali nei vivai o nella sicurezza degli stadi. È bene ricordarlo, quando si parla di stadi scomodi o insicuri: la legge vuole che si spenda nelle strutture, dall’abolizione delle barriere alla messa in sicurezza degli impianti. I club sono invitati a produrre le delibere dei Cda e ad avviare gli iter burocratici per i lavori. Nasce “LegaPROject”, con un sito web dedicato (www.legaproject.it, non più aggiornato ma ancora raggiungibile), per raccogliere e far conoscere i progetti e le esigenze dei club di Lega Pro e valutarli, prima di presentarli alla Fondazione. Le società partecipano, eccome: presentano progetti per 34,8 milioni (3,8 di spese già rendicontate, 7,6 di preventivi già disponibili, 22,6 di progetti preliminari). La Fondazione, dopo averli ricevuti, dovrebbe esaminarli e poi premiare i più meritevoli: ma sul suo tavolo non arriveranno mai. Il giorno prima della scadenza prevista per il deposito, la Lega Pro decide diversamente: opta per un altro progetto basato sul criterio delle infrastrutture per i giovani, con quote identiche per tutti i club, e manda al macero le idee raccolte.
IODICE, ESPOSTO AL CONI Ieri pomeriggio Pino Iodice ha presentato alla Procura generale del Coni un esposto contro Carlo Tavecchio. Nel suo atto, il dg dell’Ischia ripercorre gli avvenimenti degli ultimi due mesi in Lega Pro e Federcalcio, dalla bocciatura del bilancio nell’assemblea del 15 dicembre fino alla querela presentata contro di lui da Lotito venerdì scorso. In particolare, chiede di indagare sulle modalità di concessione della deroga alla clausola compromissoria, a tempo di record, a Lotito, alla luce delle diverse valutazioni effettuate per altri tesserati (il dg juventino Marotta, il consigliere federale Gravina, il presidente del Prato Toccafondi, ai quali è stata negata) e del pasticcio emerso in questi giorni. Uscendo dal consiglio federale, Tavecchio venerdì 27 ha dichiarato che «l’autorizzazione non serve quando uno è denunciato», mentre dalla Figc hanno poi chiarito che la deroga, effettivamente richiesta il 24, fu comunque concessa il 26, ancorché ritenuta superflua. L’altro punto su cui Iodice chiede di far luce, per un presunto contenuto lesivo, è il commento di Tavecchio all’indomani della pubblicazione dei contenuti della registrazione, che censurò sia il comportamento di Lotito che quello del dg dell’Ischia («Toni e contenuto della telefonata sono da censurare, così come le modalità con cui è stata realizzata», disse il presidente).