Moggi: «Il sorteggio non risolve nulla»

13/02/2015 alle 09:00.
luciano-moggi_h_partb

IL TEMPO (D. DI SANTO) - Luciano Moggi è stato intervistato dal quotidiano oggi in edicola riguardo i sorteggi arbitrali e politica federale:

La proposta di ripristinare il sorteggio fa tornare alla mente stagioni in cui lei era protagonista.

«Sì ma quando c’era era criticatissimo. Con le griglie che dividevano le squadre importanti e gli arbitri internazionali il sorteggio lo si poteva intuire. Seguendo quello che succedeva nelle settimane precedenti era facile capire le griglie».

E poi c’è il sorteggio integrale, quello che poi è sfociato in calciopoli...

«Le polemiche ci sarebbero lo stesso, quando ad esempio un arbitro inadeguato va a dirigere una partita importante. Le polemiche sono innate nel calcio e non sono eliminabili, anche perché alimentano i teatrini degli opinionisti e le pagine dei giornali».

Ma dietro a questa, di polemica, quanto pesano secondo lei gli attriti tra Aia e Figc?

«Non lo so. Lotito ha detto che vuole il sorteggio integrale come se fosse lui a stabilire il sistema da usare. Non è una bella cosa da dire da parte del presidente di una società. Avrà la possibilità di proporlo, ma non decide lui. E poi dipende se la questione verrà posta in consiglio federale. Se accadesse, l’Aia si sentirebbe sfiduciata da tutti quelli che hanno portato Nicchi alla presidenza».

Tra gli elettori di Tavecchio non figurano gli arbitri, però.

«Non è molto serio "picchiarsi" perché non si ha avuto un appoggio. "Picchiarsi" è utile per fare le cose bene, non male».

Gli ultimi episodi contestati le sembrano anomali?

«Normale amministrazione. Sul gol di Tevez il Milan dovrebbe ricordarsi la rete fantasma con l’Udinese. Gli arbitri sono uomini e possono sbagliare, punto e basta. O si accetta questo o si cambia sport. Non è la moviola in campo che può rimediare agli errori, genererebbe solo confusione. La tecnologia può essere utile solo per il gol-non gol».

E la guerra dei fermo-immagine tra Galliani e Agnelli?

«La non è squadra da mandare in onda cose irreali, e non avrebbe bisogno di farlo per vincere. Sta dimostrando di essere superiore a tutti. Poi se si vuole mettere mano alla questione, deve essere la Lega a farlo».

Il saluto con Moratti? La mano poi l’ha lavata davvero?

«Mi hanno insegnato per educazione a dare la mano a chi me la porge, poi i pensieri che ho in testa possono essere diversi e contrastanti. Su ho fatto una battuta ma solo per sdrammatizzare. È vero che il passato tra me e Moratti non è stato tra i più felici, ma un tribunale ha dimostrato che il campionato era regolare».

Ora l’aspetta la Cassazione.

«Sì e ci saranno cose da dire, a marzo. Ma il problema vero che ci sono giocatori che sono stati in galera o hanno ammesso di aver alterato i risultati di partite e orasono tornati regolarmente in campo, come Masiello e Ruopolo. Questo è il calcio di oggi, che si rispecchia anche nella qualità del gioco. A noi per una battuta ci hanno dato il sequestro di persona e la federazione ha inteso bene di radiarci mentre altri che si andavano a "prendere" le partite continuano a fare i presidenti. È una vergogna».

Ha seguito l’inchiesta sul calcioscommesse?

«La conosco poco, non voglio esprimermi. Ma è sempre specchio del calcio di adesso».