IL MESSAGGERO (M. DE RISI) - Criminali infiltrati nelle tifoserie. Disposti a tutto, al peggio. Il derby della scorsa domenica avrebbe potuto rappresentare il salto di qualità nel già sanguinoso repertorio della violenza calcistica. Per fortuna il piano è fallito. Gli agenti della Digos hanno sequestrato bombe molotov, decine di bastoni, e ordigni costruiti in modo tale che «avrebbero potuto uccidere» se fossero esplosi a pochi metri da un passante. Esplosivi confezionati con la polvere da sparo e assemblati con decine di chiodi: vere e proprie bombe che, questa volta, i poliziotti, grazie all’attività di prevenzione, sono riusciti a sequestrare prima degli scontri del dopo partita. Come accade spesso dopo il derby, anche domenica si sono registrati scontri contro le forze dell’ordine, sassaiole, esplosione di ”bomboni” a piazzale Ponte Milvio, trasformato in un campo di battaglia. Carabinieri e polizia hanno eseguito arresti e perquisizioni.
GLI SCONTRI – Se il violento corpo a corpo non è stato ancora più cruento è stato grazie al ritrovamento, durante la partita, di un vero e proprio arsenale nascosto nel bagagliaio di una Fiat 600 parcheggiata vicino ai bar che si affacciano sull’Olimpico, all’angolo con ponte Duca D’Aosta. Gli agenti della Digos, monitorando le tifoserie, si sono resi conto che l’auto veniva sorvegliata da alcune persone. Ecco, quindi, che si sono insospettiti e, mentre si stava giocando la partita, sono intervenuti anche con l’aiuto degli artificieri. Nell’utilitaria erano stati nascosti decine di bastoni, bombe molotov e altri micidiali ordigni. Le ”molotov” erano state confezionante con cura. Si tratta di bottiglie riempite per metà di liquido infiammabile e munite di una miccia. Molto facile immaginare, purtroppo, cosa sarebbe accaduto se fossero state innescate e tirate contro i “nemici” di diversa fede calcistica. Poi, il ritrovamento di un ordigno confezionato con oltre 50 grammi di polvere esplosiva e con una sessantina di chiodi. «Ci troviamo davanti a dei criminali – ha sottolineato il capo della Digos Mario Parente – E’ assolutamente improprio chiamare questi banditi tifosi o ultrà. Queste persone vogliono la guerriglia più cruenta e spesso sedicenti laziali e romanisti si incontrano per colpire le forze dell’ordine. E’ vero, gli ordigni sequestrati avrebbero potuto uccidere».
LE ALLEANZE – Dopo gli ultimi fatti dell’Olimpico, il Casms (Comitato analisi sicurezz manifestazioni sportive» ha proposto al Prefetto di vietare l’ingresso allo stadio a chi non è in possesso della tessera del tifoso. I legami tra criminalità e gruppi ultras di opposte fazioni per colpire le forze dell’ordine sono già stati accertati da vecchie e recenti indagini. Un conferma, dunque, del livello di pericolosità raggiunto. Altri arresti sono stati effettuati nella giornata del derby: due persone trovate in possesso di ordigni proibiti. Si tratta di Donato C., 32 anni, militante nell’area antagonista di sinistra e di Iacopo P. che invece farebbe parte di ambienti della destra eversiva. Ma l’accusa più pesante riguarda Andrea Franceschelli, 23 anni, residente a Spinaceto, il proprietario della Fiat 600 che custodiva le bombe. Il giovane è finito a Regina Coeli con l’accusa di detenzione di materiale da guerra. Il ventitreenne è fuggito dallo stadio ma è stato rintracciato in serata vicino alla sua abitazione e per lui sono scattate le manette. Il Dispositivo di sicurezza predisposto dal questore Nicolò D’Angelo ha funzionato.