IL TEMPO (E. MENGHI) - Ha il cuore tenero del «bello di nonna» sotto una corazza dura, necessaria per la lotta all’ultimo sangue che vale lo scudetto. Florenzi ha iniziato a crederci appena finito il sogno dello scorso anno e, già a maggio, prometteva metà del suo conto in banca per il tricolore, «anche se c’è poco... ». Il 2015 l’ha reso più ricco, il rinnovo fino al 2019 gli ha triplicato lo stipendio, ma per il trofeo più ambito serve altro, sudore e punti per cominciare: «La differenza con la Juventus - ha sottolineato a Sky Sport - sta in quei 3 punti che ci separano, ma sappiamo che è una partita: la possono sbagliare loro come noi. Dovremo stare attenti in ogni minuto di ogni gara, ma se facciamo la Roma gli altri hanno poche chance».
Mancare l’obiettivo sarebbe un brutto colpo per il morale, ma per Florenzi non ha ragione Allegri: «Non sarebbe un mezzo fallimento come sostiene lui, ma una grande delusione sì, perché lo vogliamo fortemente per noi, per la città, per i tifosi. È una cosa che ci siamo messi in testa e vogliamo provarci fino all’ultima giornata, sputando sangue in ogni partita per riuscirci». La sua carriera è destinata a continuare in giallorosso, ma l’occasione di quest’anno è troppo ghiotta per lasciarsela scappare: «Il rinnovo di contratto con la Roma era una cosa che volevo fortemente, per fortuna lo voleva anche la società e ci siamo venuti un po’ incontro. Staremo insieme per altri anni».
Sulle orme di Totti e De Rossi: «Loro sono un punto di riferimento per me. Lo sono sempre stati, da quando li vedevo in tv. Sono degli idoli e delle grandi persone». Capitolo Nazionale: «Sono arrivato ad essere titolare con il lavoro, ma ora sta a me continuare a fare bene per conquistare di Conte, che non lascia mai niente al caso ed è un professionista super». Un po’ come lui.